Pelle e claim etici: Dani ottiene il certificato n.1 al mondo

Pelle e claim etici: Dani ottiene il certificato n.1 al mondo

Si chiama, come risaputo, ESG. Acronimo di Environmental, Social and corporate Governance. In altre parole, la governance ambientale, sociale e aziendale. Un orizzonte che, oggi, nell’ambito conciario si aggiorna di un nuovo standard. Quello che mette in relazione pelle e claim etici per il quale il gruppo conciario veneto Dani, primo al mondo, ha ottenuto la certificazione da ICEC (l’ente di certificazione di riferimento per l’area pelle).

Pelle e claim etici

“Con l’attestazione internazionale ai sensi dello standard UNI ISO/TS 17033:2020, di recente introduzione, Dani è la prima azienda conciaria al mondo che può vantare il claim etico che garantisce ai clienti la provenienza di tutte le pelli da allevamenti bovini a solo scopo alimentare”, si legge in una nota. Allevamenti “quasi solo europei e, quindi, soggetti alle leggi più severe riguardo le condizioni di animal welfare”. Un risultato che conferma ulteriormente “il fatto che la conceria è davvero un’azienda che si inserisce naturalmente nel framework dell’economia circolare, in quanto nobilita un sottoprodotto dell’industria alimentare che diventerebbe un rifiuto. Questo riconoscimento apre la strada verso un modello di comunicazione etica, trasparente e affidabile”. Un modello nel quale si inserisce anche la un’altra recente certificazione. Quella ottenuta “secondo la specifica tecnica ICEC TS SC 410 sulla tracciabilità della filiera di approvvigionamento delle pelli grezze”.

 

 

Per noi la sostenibilità è il viaggio

“Per noi la sostenibilità è il viaggio, mai un punto di arrivo” afferma Giancarlo Dani, presidente del gruppo conciario veneto. “Ho modellato la nostra azienda su questo imprinting da subito. Attenzione alle materie prime, al rispetto di ogni fase e di ogni fornitore della nostra filiera. Attenzione al recupero di ogni bene, dall’acqua piovana ai trimmings, i cosiddetti ritagli di scarto di lavorazione, alla selezione di materiale sempre meno inquinante. E con orgoglio posso dire che vedo ora tante altre aziende, anche del nostro distretto, seguire questa strada. E sviluppare insieme a noi progetti di ricerca condivisi per migliorare l’impatto che l’uomo, nel privato e nel pubblico, ha sull’ambiente. Un circolo virtuoso che ci consente di mantenere gli elevati standard qualitativi dei prodotti con l’eccellenza che contraddistingue l’industria conciaria italiana nel mondo. Insieme alla soddisfazione di vedere il nostro contributo concreto ad un mondo migliore”.

Il commento di ICEC

Recuperiamo le nostre pelli dalla filiera alimentare: “Questo è il claim etico – spiega Sabrina Frontini, direttore ICEC -, che può essere utilizzato dalle concerie per la propria attività promozionale”. Un claim necessario “per valorizzare l’attività di recupero della pelle dalla filiera alimentare e, quindi, perfettamente in linea coi principi dell’economia circolare e della sostenibilità. Tale asserzione, viene verificata ai sensi dello standard UNI ISO/TS 17033:2020. Le concerie che si sottopongono ad ispezione ICEC, consentono di verificare in modo accurato che effettivamente le loro pelli derivano dall’abbattimento di animali allevati per essere utilizzati dalla filiera alimentare. E rinforzano così la credibilità sulla tracciabilità e la trasparenza dei propri approvvigionamenti di pelli”.

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