Zimbabwe, Covid frena la domanda di coccodrillo e Padenga fa -42%

Zimbabwe, Covid frena la domanda di coccodrillo e Padenga fa -42%

Il coronavirus rallenta la domanda di coccodrillo. E Padenga Holdings, società dello Zimbabwe specializzata in pelli esotiche, che ha annunciato i dati del trimestre concluso il 30 settembre, subisce una brusca frenata. Il buon andamento di mercato del 2019 può considerarsi archiviato. La speranza è che i governi allentino i blocchi, i mercati ripartano e con essi la produzione di accessori in pelle esotica, conciata soprattutto in Italia e Francia.

Domanda di coccodrillo

Come riporta chronicle.co.zw, nel trimestre terminato il 30 settembre Padenga Holdings ha perso il 42% (in volume) di vendite di pelli esotiche rispetto al trimestre precedente. “Siamo passati da 14.321 pelli a 8.286 a causa dei blocchi” spiega la società. Padenga non alleva i coccodrilli solo per la pelle. Nello stesso periodo in Europa la domanda di carne di coccodrillo è rimasta stabile e contenuta anche dopo la riapertura dei ristoranti. Le esportazioni verso il Vecchio Continente hanno toccato in questo periodo le 68,1 tonnellate. “Sono in atto iniziative per sviluppare il mercato locale e assorbire i consumi finché non ripartirà quello internazionale” continua la società.

La speranza

La speranza è che l’allentamento delle restrizioni determini un incremento dell’attività delle griffe. “Le concerie in Francia e in Italia hanno lavorato nel trimestre seguente al lockdown con particolare attenzione alla lavorazione delle pelli per i loro clienti di alto livello – continua la società -. Da allora le vendite al dettaglio in tutta l’Asia hanno registrato un forte incremento, poiché quelle regioni hanno recuperato dopo i blocchi”. Intanto l’offerta supera la domanda per cui ad avere mercato sono le pelli di qualità migliore, ecco perché l’azienda ha allineato la produzione a tale livello. “Tuttavia – conclude l’azienda -, la domanda depressa di pelli di alligatore in genere avrà un impatto negativo sui volumi e sui prezzi per i prossimi due o tre anni”. (art)

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