USA e Amburgo, Gucci e Vuitton: la contraffazione non conosce crisi

USA and Hamburg, Gucci and Vuitton: counterfeiting is never in crisis

La contraffazione non conosce crisi. Anzi, CRV pare l’abbia (ri)fatta esplodere. Per esempio, negli USA, si stima che le calzature (comprese le sneaker più sportive) rappresentino il 12% del totale delle merci sequestrate. Lusso compreso, visto il recente sequestro di 625 paia falsamente griffate Gucci. Intanto, in Germania, Louis Vuitton ordina la distruzione di 3.000 paia fake.

La contraffazione non conosce crisi

I funzionari della US Customs and Border Protection di Louisville hanno confiscato 625 paia di scarpe Gucci false. Provenivano da Dubai con destinazione New York. La documentazione allegata alla spedizione indicava che i pacchi contenevano custodie per smartphone. Le calzature, si legge su Footwear News, sono state poi esaminate da un perito che ha attestato la non originalità dei prodotti. Fossero stati davvero modelli Gucci, il loro valore di mercato sarebbe stato di 456.250 dollari.

Attenti alla rete

L’aumento degli acquisti online ha favorito l’enorme crescita del fake. Nell’anno fiscale 2019, le autorità USA hanno posto sotto sequestro 27.599 spedizioni “contenenti prodotti recanti violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, per un valore di 1,5 miliardi di dollari”. FDRA (Footwear Distributors and Retailers of America), stima che le calzature costituiscano circa il 12% di questo numero. I marchi più taroccati? Nike, Adidas, UGG e Christian Louboutin.

Intanto, ad Amburgo

In Germania, ad Amburgo, i funzionari della dogana hanno spedito al macero 3.000 paia di stivaletti neri con il logo Louis Vuitton contraffatti. Arrivavano dalla Cina. I doganieri hanno inviato le foto del sequestro a Parigi. Vuitton ha “confermato la non originalità dei prodotti e, in consultazione con la dogana, ne ha chiesto la distruzione”, ha dichiarato la portavoce tedesca Kristina Severon al portale abendblatt.de. “Solitamente gli articoli contraffatti vengono distrutti e non donati in beneficenza. Questo perché sono prodotti in circostanze discutibili. Quindi non è possibile escludere un rischio per la salute di chi li dovesse usare”. (mv)

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