Brasile, non c’è pace per la carne: scatta l’inchiesta Trapaça, mentre ai Batista congelano i fondi

Frode sistematica nella formulazione delle analisi laboratoriali per l’ottenimento delle certificazioni di prodotto, qualità e processo. È l’ipotesi di reato dell’operazione Trapaça (inganno), inchiesta che mette nel mirino centri pubblici e privati di certificazione per l’export del prodotto carne, nata come costola del caso giudiziario Carne Fraca. Per i laboratori coinvolti è scattata la sospensione degli accreditamenti, con possibilità di cancellazione definitiva. La notizia della nuova inchiesta, che al momento sembra riguardare più l’avicoltura che la carne rossa, sta di nuovo destabilizzando i rapporti tra Brazilia e i partner commerciali internazionali. Tra i 10 arrestati, si legge sulla stampa brasiliana, c’è anche uno degli ex presidenti del gruppo BRF. Nel frattempo, a proposito degli scandali giudiziari che nell’ultimo anno hanno travolto la zootecnia brasiliana, il 20 febbraio, dopo circa 6 mesi di detenzione preventiva, Wesley Batista, ex ceo di JBS e pietra angolare dell’inchiesta Lava Jato, è tornato in libertà. L’uomo non può lasciare il Paese né assumere nuovi incarichi nella multinazionale di cui è stato il leader. Le buone notizie finiscono qui, perché mentre il fratello Joesley rimane in cella, la Giustizia ha anche disposto il blocco delle azioni della finanziaria di famiglia J&F per 238 milioni di real (circa 60 milioni di real).

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