Hermés che va in orbita, l’incognita cinese, Mosca che risponde

Hermés che va in orbita, l’incognita cinese, Mosca che risponde

C’era una volta il 2020. Difficile riuscire già ora, materialmente e psicologicamente, a valutare con distacco e freddezza un anno come quello passato. La pandemia ha ribaltato mondo, ma a vedere certi attuali bilanci di certe griffe, pare che questo ribaltamento sia stato ben più (in modo sorprendente) che radicale. Basti l’esempio di Hermès, che nell’ultimo trimestre è letteralmente andato in orbita, migliorando in modo incredibile la sua performance finanziaria non solo rispetto al 2020, ma anche a quando Covid manco sapevamo cosa fosse. In altre parole: il 2019. Inizia, dunque, dai numeri della maison francese il nostro ormai consueto riassuntone settimanale che finisce poi, per toccare una serie di argomenti di stretta attualità economica e non solo. Per esempio: quel che sta accadendo in Cina.

Hermés che va in orbita

Hermés nel terzo trimestre 2021 è cresciuto, rispetto allo stesso periodo, del 2019 di qualcosa come il 40%. Il resto del lusso che ha pubblicato i bilanci questa settimana non rimane a guardare, ma pur esprimendo un rassicurante positività, non riesce a tenere questo passo.

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https://www.laconceria.it/lusso/il-2021-innesta-la-marcia-cucinelli-e-zegna-fanno-il-botto/

 

 

La sindrome cinese

L’economia cinese era il paradigma della ripresa a V. Quella, cioè, che dopo un trauma violento (il Covid) si riprende con grande velocità. Ora, i dati dell’istituto di statistica di Pechino dicono che questa ripresa si è impaludata. Sommando il tutto alle “nuove” politiche di Xi Jinping, lo stress è servito.

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https://www.laconceria.it/materia-prima/il-brasile-accusa-cosa-ce-dietro-2-mesi-di-stop-cinese-alla-carne/

Le visioni del lusso

Michael Burke, CEO di Louis Vuitton, è uno che esce spesso allo scoperto. Lo ha fatto anche pochi giorni fa, facendo a fette un certo vezzo del lusso e della moda di gestire gli orizzonti della loro sostenibilità. Non a caso, un paio di giorni dopo, sullo stesso tono si è fatto sentire anche il patron di OTB, Renzo Rosso. Che il lusso si stia accorgendo che “essere green” non sia solo un proclama, ma un processo infinito di miglioramento continuo che richiede sudore e fatica?

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I segnali russi

Ma anche spagnoli. Arrivano da due fiere. In altre parole: Obuv Moscow e Futurmoda Alicante. Entrambe hanno regalato sensazioni positive. E, forse, qualcosa di più.

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https://www.laconceria.it/fiere/obuv-avvio-tra-soddisfazioni-e-preoccupazioni-pandemiche/
https://www.laconceria.it/fiere/sara-galli-gianfranco-butteri-francesca-orlandi-che-obuv-sara/
https://www.laconceria.it/fiere/il-mercato-a-obuv-e-futurmoda-e-il-rebranding-di-gallery-shoes/

Il sospiro di sollievo

Una volta tanto, arriva una buona notizia. Gli Stati Uniti hanno annullato la decisione di applicare il dazio aggiuntivo del 25% sul valore dichiarato all’import di scarpe e borse provenienti dall’Italia.

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