Il territorio e la pelle: la parola ai sindaci del distretto veneto

Il territorio e la pelle: la parola ai sindaci del distretto veneto

Il territorio e la pelle. Dopo i sindaci toscani del Comprensorio del Cuoio, abbiamo dato la parola a tre loro colleghi del distretto veneto della concia. Obiettivo: capire in che modo, sotto il profilo amministrativo hanno vissuto e vivono l’attuale situazione di “gestione pandemica”. E come hanno affiancato il settore produttivo di riferimento delle loro città. Ecco come ci hanno risposto Alessia Bevilacqua (Arzignano), Matteo Macilotti (Chiampo) e Dino Magnabosco (Montebello Vicentino).

Il territorio e la pelle

Alessia Bevilacqua (Arzignano)

“La pandemia e il lockdown mondiale dei mesi scorsi hanno rallentato vendite e ordini – dice il sindaco di Arzignano, Alessia Bevilacqua (foto al centro)-. Dopo mesi molto difficili il lavoro è ripartito per molti, anche se permangono alcune situazioni di difficoltà”. Il sindaco entra nel dettaglio della produttività, facendo riferimento al confronto tra il periodo gennaio-settembre 2020 rispetto al 2019. “Dai dati forniti da Acque del Chiampo, possiamo notare che gli scarichi conciari 2020, e quindi la produzione, hanno registrato un calo del 13,5% rispetto al 2019. Ritengo quindi che la situazione in ambito conciario sia difficile, ma comunque gestibile e sostenibile, in questo momento”. Il supporto amministrativo alle aziende come si è concretizzato? “Ricordo ancora il DPCM del 21 marzo che prevedeva la sospensione delle attività non essenziali. In quell’occasione mi attivai insieme al sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti per chiedere al Governo una flessibilità che consentisse alle concerie di portare a termine alcune lavorazioni in corso”. Obiettivo: “Evitare possibili problemi di putrefazione delle pelli. E, meno di un mese dopo, inviai al Prefetto di Vicenza una richiesta per consentire ad alcune aziende del distretto di svolgere alcune lavorazioni conservative delle pelli quale parte terminale della filiera dell’allevamento e della macellazione”. Poi, “una volta ripartiti, assieme al presidente di Acque del Chiampo, Renzo Marcigaglia, abbiamo messo in campo una pesante operazione di aiuti tariffari del valore di circa 700.000 euro”. Una cifra così ripartita: “Sconto del 20% per la parte di tariffa fissa. Completa esenzione delle penalità contrattuali. Posticipazione e rateizzazione di 6 mesi dei pagamenti del 1° bimestre. Inoltre, durante i mesi di lockdown, abbiamo comunque continuato a investire sulle opere infrastrutturali necessarie al sistema idrico, fognario e depurativo”. Non solo. Di recente, conclude Bevilacqua, “abbiamo approvato in Consiglio Comunale l’ampliamento di 150.000 metri cubi della discarica 9, per prolungare la durata dei conferimenti dei fanghi. Infine, siamo al lavoro con Acque del Chiampo per la stesura del programma operativo 2021 relativo a Sperimentazioni, Ricerca e Innovazioni per la Soluzione Fanghi.

Matteo Macilotti (Chiampo)

“Le aziende del nostro territorio hanno affrontato una primavera difficile – ribadisce il sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti (foto a destra)-. Alcune hanno mantenuto un ritmo di lavoro simile al normale, ma molte hanno registrato cali di fatturato significativi. Prima dell’inizio dell’estate abbiamo visto un po’ di ripresa e oggi le cose non vanno poi così male. A preoccupare tutti non è tanto il momento attuale quanto l’incertezza che ancora domina la situazione internazionale e in particolare il Sudamerica. Molti temono il ritorno di difficoltà simili a quelle della primavera scorsa. La nostra fortuna, ma è una fortuna che le concerie hanno costruito, è che negli anni hanno capitalizzato bene. E così hanno retto l’urto. Ma se dovesse tornare un lockdown non sarebbe facile. Noi come amministrazione abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità. A partire dall’azzeramento delle tasse rifiuti per le concerie che hanno chiuso e per il tempo che non hanno lavorato, siano stati giorni o mesi. Abbiamo lavorato sulla parte variabile dell’IMU, ma è un’imposta che va in gran parte allo Stato. Ora abbiamo bisogno proprio della politica nazionale con nuove misure. Parlo soprattutto del rischio licenziamenti a fine anno. Se nei prossimi mesi le aziende non avranno un sostegno dal governo rischiano di non reggere un nuovo urto”.

Dino Magnabosco (Montebello Vicentino)

“La situazione è a macchia di leopardo – sottolinea Dino Magnabosco, sindaco di Montebello Vicentino (foto a sinistra) -. Alcune aziende stanno lavorando al 100% e altre lo stanno facendo in modo ridotto a causa della riduzione della domanda. Tutto dipende dalle tipologie e dai settori di mercato in cui si inseriscono. In linea generale, rileviamo una ripresa, ma tutto è ora legato all’evolversi di questa pandemia”. Per quanto riguarda il sostegno amministrativo e il rapporto tra il territorio e la pelle, “nella seduta del Consiglio Comunale del 30 luglio 2020 abbiamo approvato importanti interventi a favore delle attività economiche, quindi anche quelle conciarie, colpite dalle conseguenze della pandemia. In particolare, abbiamo agito sul fronte della TARI. A sostegno delle attività che hanno avuto perdite economiche a causa del lockdown, abbiamo introdotto una riduzione del 25% della tassa, che per il Comune ha comportato uno stanziamento di 30.000 euro. Abbiamo inoltre deciso lo spostamento a ottobre e dicembre delle due scadenze di pagamento del 2020. Tutto questo per tentare di dare una boccata d’ossigeno al tessuto produttivo”.

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