Perché i brand indipendenti non possono rinunciare alla fiducia

Perché i brand indipendenti non possono rinunciare alla fiducia

Anche se la congiuntura è challenging, anche se in giro di ottimismo se ne vede a sprazzi, i brand indipendenti non possono tirare i remi in barca. Ma sono chiamati a investire risorse finanziarie e mentali per rivitalizzare i legami con i clienti, con i fornitori e con gli stakeholder. Lo raccontano gli imprenditori della moda dalle pagine de “Il Primo Segreto del Successo”, l’articolo dedicato alla prospettiva di brand e manifattura de La Conceria mensile n. 7/8, dal titolo Fiducia.

I brand indipendenti non possono fermarsi

Il monito, dunque, è: “Non mollare. Mai”. Tra le testimonianze raccolte ci sono quelle di Gianni Giannini, CEO di Doucal’s, e Mauro Di Liddo, CEO di Blackboard, società che controlla il marchio di sneaker Wushu. Non solo. Si trovano anche le esperienze di Michele Cappello di Fracap, Andrea Cunial, titolare di Cunial Components (che controlla il marchio Zermatt) e Samuele Camerlengo di Lorenzi. Aiutano a completare il quadro Massimo Rizzolo del Calzaturificio Luparense, Massimo Bettio del marchio Testoni, Simona Zingrillo di Kharisma e Luca Marchetti, alla guida del marchio di pelletteria Charlotte.

 

 

Pure quando se ne vede poca

Gli imprenditori, per natura, non possono essere pessimisti. Ma questo non vuol dire che debbano abdicare agli strumenti critici di interpretazione della realtà. Con Massimo Beretta, presidente della valigeria Alfredo Beretta, Antonio Putzolu di Barrett, Giorgio Lai di Fly e Lorenzo Bardelli di Calba, dunque, affrontiamo gli aspetti più ispidi della attualità.

Clicca qui per leggere Il Primo Segreto del Successo

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