Truffa a Parigi: compravano vere Hermès per rivenderle al triplo

Truffa a Parigi: compravano vere Hermès per rivenderle al triplo

Autentiche (e rare) borse Hermès, come le Birkin e le Kelly, acquistate da finti clienti e, poi, rivendute al triplo del prezzo originale in un lussuoso showroom parigino. Una truffa milionaria e sistematica durata circa 4 anni, procurando guadagni milionari a una rete formata da una decina di persone. Le quali, secondo le indagini, avrebbe reinvestito i proventi, stimati in un milione di euro al mese. La Polizia Giudiziaria di Parigi ha smascherato la banda e arrestato i sospettati.

Finti clienti

L’organizzazione reclutava i finti clienti Hermès, di solito donne, nelle scuole di teatro o sui social network. Ognuno di loro riceveva fino a 500 euro per recarsi nelle boutique Hermès situate in Francia e in Europa. Qui, si fingeva una facoltosa cliente, vestita con abiti della griffe e recitava un copione con l’obiettivo di procurarsi la borsa. Queste comparse ruotavano di continuo, per evitare di destare sospetti nel personale di vendita che, però, in alcuni casi, è riuscito a riconoscerle e smascherarle. La rete di truffatori, segnalano gli inquirenti, avrebbe anche cercato di coinvolgere alcuni commessi.

Rivendute al triplo

La borsa acquistata veniva, poi, consegnata all’organizzazione che, per rivenderla, aveva allestito uno showroom in zona Faubourg Saint-Honoré di Parigi. Qui arrivavano i clienti (particolarmente sprovveduti, vien da dire…), convinti di trattare con una filiale ufficiale della maison. E, quindi, disposti a pagare anche il triplo del prezzo originale per potersi accaparrare una borsa autentica, saltando le liste d’attesa all’acquisto che caratterizzano il modello commerciale di alcune borse Hermès.

Un milione di euro al mese

Secondo quanto scrive Le Parisien, la Procura di Parigi aveva individuato questo mercato parallelo nel 2020. Le indagini della Polizia hanno portato, martedì 26 gennaio 2021, all’arresto di una decina di persone accusate di “riciclaggio di denaro sporco”. A capo della banda ci sarebbe un quarantenne francese di origine tunisina già noto alle Forze dell’Ordine. Gli inquirenti stimano i guadagni dell’organizzazione in diverse decine di milioni di euro, con una media di “incasso” di circa un milione di euro al mese. Denaro che sarebbe stato investito nel settore immobiliare in Tunisia e (forse) in Portogallo. (mv)

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