Discorsi sul made in Italy, sui materiali, sui vegani (anche strani)

Discorsi sul made in Italy, sui materiali, sui vegani (anche strani)

Ultima settimana di luglio: per molti si avvicinano le ferie. Ma questo non significa che in rassegna stampa non ci siano letture interessanti. Perché discorsi se ne fanno molti, sul made in Italy, sulla concorrenza tra materiali, sulle preoccupazioni, a tratti legittime e a tratti strambe, di chi vive e opera nell’area di opinione vegana. Date un’occhiata alla nostra proposta.

Consigli di lettura:

  • Discorsi (molto interessanti) sul made in Italy ne fa Ercole Botto Poala. Il neoeletto presidente di Confindustria Moda spiega a Il Sole 24 Ore, innanzitutto, di cosa ha bisogno il settore. Che cosa, quindi, chiede al governo (in carica e che verrà): “I temi sul piatto sono molti: dai costi dell’energia all’inflazione. Temi diversi che rischiano di mettere in contrapposizione le parti sociali dimenticando che, invece, si tratta di sfide comuni. Dobbiamo fare sistema: in questo momento c’è molta richiesta di prodotti italiani, ma questa incapacità culturale di fare squadra ci rende poco credibili. Come è accaduto, per esempio, con la crisi di Governo”;

 

 

  • I tessuti da matrice vegetale sono un trend topic, lo sappiamo. Quelli derivati dal micelio, l’apparato vegetativo dei funghi, godono di un certo interesse mediatico (di cui vi diamo ogni tanto conto). Bene, in questa cornice di eventi Bloomberg (che già ne ha scritto di recente) dedica un approfondimento al tema. Meno male che la testata ospita l’opinione anche di Joanne Crevoiserat, CEO di Tapestry. Che solleva semplici questioni: sicuri che il tessuto fungino sia meglio (o almeno alla pari) della pelle? Sicuri sia davvero più sostenibile?
  • Saltiamo dal mercato della moda a quello alimentare. Ma il salto resta ugualmente interessante. Perché un’indagine di mercato registra una certa preoccupazione tra i produttori di pietanze proteiche alternative a quelle animali (quelle per vegani, per capirci, che vogliono ancora mangiare cibi dall’aspetto simile alla bistecca o all’uovo). La questione è semplice: il rincaro degli ingredienti (come la soia) comporterà il rincaro del prodotto finito. I consumatori lo accetteranno o i prodotti veg finiranno fuori mercato?
  • PETA ci ha abituati alle iniziative più stravaganti. Anche agli argomenti più sorprendenti, come quando cercò la sintonia con il sentimento anti-conciario degli induisti. Ma ora con l’appello ai musulmani (non mangiate carne e non usate prodotti animali, perché il veganismo è vicino ai precetti dell’Islam) ci stupisce ancora una volta. Bravi, non ce l’aspettavamo!

 

Leggi anche:

 

 

Discorsi sul made in Italy, sui materiali, sui vegani (anche strani)Discorsi sul made in Italy, sui materiali, sui vegani (anche strani)

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×