La pelle consacrò Vuitton. Di alternative son piene le discariche

La pelle consacrò Vuitton. Di alternative son piene le discariche

La pelle fa male a chi non ce l’ha, verrebbe da dire. Perché il materiale è certamente protagonista di storie di successo, come ricorda Elle a proposito delle origini di Louis Vuitton. Ma, intanto, è sempre contestato dai fautori delle alternative alle fibre naturali. Il web e i giornali sono inondati dai materiali della propaganda veg. E, come da ultimo fa L’Officiel, c’è bisogno di focus per ricordare quale sia la vera composizione di queste alternative. Perché a conti fatti, ricorda un reportage di Al Jazeera, di tessuti sintetici sono piene le discariche cilene. La rassegna stampa sembra un vero e proprio invito alla riflessione.

 

 

Consigli di lettura:

  • Agli albori della storia di LV la cura dei materiali fu fondamentale per il successo. Lo racconta Elle: “In Vuitton la pelle è sacra. Anche l’innovazione. Per continuare a rivoluzionare il mondo della valigeria, Georges Vuitton (figlio del fondatore, ndr) e suo figlio Georges-Louis hanno immaginato un materiale particolare, che unisse eleganza e praticità. Perché il problema della pelle classica è che si rovinava e si graffiava più o meno facilmente. Nel 1920 il duo ebbe l’idea di trasportare su un materiale ultra-resistente l’ondulazione dei campi di grano che ondeggiano al sole. Risultato: una pelle che sovrappone uno strato superficiale e uno più profondo. Una pelle antigraffio“;
  • Pezzi come quelli de L’Officiel non saranno mai abbastanza, ma almeno sono qualcosa. Perché nella baraonda di designer vegani e brand che adottano soluzioni vegane, al pubblico potrebbe sfuggire cosa sono davvero queste alternative alla pelle: “Gran parte dei materiali vegan sono composti da due diversi polimeri plastici: poliuretano (PU) e cloruro di polivinile (PVC). L’uso di queste alternative non è sostenibile, questi materiali non sono biodegradabili. Significa che i tessuti plastici servono solo al greenwashing: forniscono l’illusione ai consumatori di sentirsi attenti all’ambiente”.
  • Anche perché le immagini di Al Jazeera illustrano benissimo che fine fanno i capi fashion sintetici: ne sono piene le discariche cilene.

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