La borsa italiana a Mipel forte del +25,8%: ma il boom ha ombre

La borsa italiana a Mipel forte del +25,8%: ma il boom ha ombre

Ci siamo. La borsa italiana a Mipel presenterà le collezioni per l’Autunno Inverno 2020/2021. All’appuntamento (Fieramilano Rho, 16-19 febbraio) ci arriva forte di un preconsuntivo 2019 più che positivo. Nei primi 10 mesi dell’anno, riportano le analisi del Centro Studi di Confindustria Moda per Assopellettieri, l’export è cresciuto del 25,8% in valore su base annua. Bene, ma il dato conosce alcuni coni d’ombra. Mentre lo scenario internazionale che si staglia per il settore pellettiero è tutto da decifrare.

L’appuntamento fieristico

Innanzitutto, l’appuntamento in fiera. Dopo l’exploit di settembre, quando le presenze sono state il 18% in più rispetto all’edizione dello stesso mese del 2018, Mipel riparte con la proposta di oltre 300 brand. Si confermano le presenze consolidate, come Athison, Braccialiani e Caterina Lucchi. Ci sono alcuni ritorni, come Ynot e Valigeria Roncato. Spiccano le nuove presenze, come RefrigiWear, Romeo Gigli e Spalding. “Sono cresciuto in una famiglia di pellettieri e frequento Mipel da quando avevo 16 anni – ha raccontato Franco Gabbrielli, fondatore di Gabs e presidente di Assopellettieri, in conferenza stampa (nella foto) –. Da allora il senso dell’appuntamento fieristico è cambiato, così come è cambiato il contesto in cui operano le aziende. Oggi il salone non è solo l’occasione per raccogliere gli ordini per il semestre successivo. È il momento per conoscere e fare rete, per promuovere le novità e per aggiornarsi. Come associazione, stiamo lavorando perché Mipel abbia un’allure diversa e aiuti a veicolare anche un’immagine più moderna del settore”.

La borsa italiana a Mipel

Talk, campagne promozionali, collaborazioni, anticipazioni di trend. Mipel conferma e rilancia l’impegno, già manifestato nelle ultime edizioni, per essere una piattaforma multilivello. Ci saranno gli spazi per la promozione di brand e designer emergenti, così come con Lineapelle sarà allestita l’Area Trend per le anticipazioni dei materiali. Sostenibilità, artigianalità e italianità sono le parole chiave del settore nel presente e nel futuro. E, allora, se dalla partnership con Camera Buyer Italia si intende avvicinare i produttori ai retailer, la conferma di quella con il Design Lab Pelletteria di San Patrignano è uno dei modi per parlare delle opportunità offerte dal settore.

 

 

I coni d’ombra

In un contesto tanto roseo, dicevamo, ci sono dei coni d’ombra. Il primo riguarda la dinamica delle esportazioni. Il boom del fatturato estero dipende dall’impennata dei prezzi medi (+24,7%) e non da una simmetrica crescita dei volumi, appena in area positiva (+0,8%). È un trend imposto dalle griffe internazionali, come dimostra anche il dato dell’export verso la Svizzera, raddoppiato in valore (+102,6%): “Al netto dei flussi verso questo mercato – recita la nota congiunturale –, l’export settoriale risulterebbe in crescita di un modesto +2,5% e in lieve calo in volume (-0,3%)”.

Mercato duale

Danny D’Alessandro, direttore generale di Assopellettieri, lo definisce un mercato duale, dove le aziende della filiera delle griffe del lusso vivono una certa performance, mentre “le piccole e medie imprese, che lavorano a marchio proprio, soffrono tantissimo”. Sono le stesse pelletterie che più pagano delle incertezze dello scenario internazionale, “dal calo della domanda russa alle ripercussioni della guerra commerciale USA-Cina”, continua D’Alessandro. E che adesso dovranno fronteggiare le conseguenze dell’epidemia di Coronavirus su scala globale. Potrebbe, però, venirne anche qualcosa di buono: “Potrebbe rivelarsi un fattore propulsivo – conclude il direttore generale –. In Cina le fabbriche sono chiuse fino alla prossima settimana, forse anche a quella successiva. Le griffe, però, non possono fermarsi, perché il mercato non lo consente. Alcune delle nostre aziende hanno già ricevuto alcune richieste. La piattaforma italiana è in grado di rispondere alle esigenze produttive”.

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