Mipel 116, la borsa italiana alla prova di un mercato challenging

Il primo giorno di Mipell 116

La situazione per la pelletteria italiana è controversa. O meglio, è esposta a spinte centrifughe: perché da un lato il settore viene da anni eccellenti e, tutto sommato, continua a essere protagonista di performance positive. Dall’altro, però, sul mercato del lusso in generale si concentrano elementi problematici che fanno temere per il prossimo futuro. Mipel, fiera internazionale della borsa e degli accessori in programma a Fieramilano Rho fino a mercoledì 18 settembre, si trasforma in una camera di compensazione tra aspettative e timori, dove le speranze trovano spazio, ma le criticità non sono nascoste. Allora, se ci si interroga su un eventuale raffreddamento dei clienti internazionali, basta l’ingresso nello stand di un buyer russo ben intenzionato per respirare nuova fiducia.

 

Strategie in fiera

Opinione comune è che il primo giorno di Mipel, alla sua prima edizione sotto la presidenza di Franco Gabbrielli, sia stato positivo in termini di affluenza. Ne sono certi Giuseppe e Cristiana Oppito, che con la loro Valentina Bag tornano in fiera dopo 15 anni di assenza “per allargare la clientela, soprattutto internazionale”. A loro modo di vedere, la manifattura indipendente italiana si può far forte di due trend: “Da un lato il riavvicinamento degli acquisti, perché molti clienti preferiscono comprare in piccole quantità, anche se a un costo più alto, da un fornitore presente e tempestivo – spiegano – piuttosto che in grandi quantità, da un fornitore che chiede molto tempo per la consegna”. Dall’altro? “I turisti che visitano le città d’arte sono più attenti al prodotto artigianale – concludono –. Il grande brand, ormai, lo comprano abitualmente nelle loro città”.

 

Sfaccettature

Siamo arrivati in fiera bene, festeggiamo i 65 anni di attività e offriamo con la capsule Celebrity la riproposizione del modello numero uno della nostra casa – racconta Andrea Calistri, CEO della toscana Sapaf –. Mipel è un’opportunità per sviluppare contatti e diffondere la conoscenza del marchio. In questo momento è il mercato nordamericano quello dove otteniamo i maggiori risultati, ma nei prossimi anni contiamo di crescere in Corea del Sud e scommettiamo sul ritorno del Giappone”. Proprio il Paese del Sol Levante è una buona sintesi delle complessità del mercato. “Sono anni che lì registriamo un calo delle vendite – confida Tommaso Affede, dell’azienda marchigiana di borse e piccola pelletteria Stephen New Line -: chiedono la qualità del made in Italy, ma vogliono pagarla meno”. Per gli operatori italiani le difficoltà non sono solo di mercato: “In un certo senso, siamo soli – continua Affede –. Tre anni fa, dopo il terremoto, il nostro capannone è stato dichiarato inagibile. Abbiamo dovuto investire in un nuovo immobile senza beneficiare né di detrazioni né di alcun tipo di sostegno”.

 

Talk

Mipel116 è una fiera green, dicevamo. E di sostenibilità si è parlato domenica 15 in un talk moderato da Petra Loreggian (RDS), cui hanno partecipato Fulvia Bacchi (UNIC – Concerie Italiane), Marco Grandi (YKK Italia), Paolo Borgio (Fiera Milano) e Alessandro Targioni (Manifatture Toscane Ta – Bru).

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