La pelle in una tesi di laurea: una capsule sostenibile e boxeur

La pelle in una tesi di laurea: una capsule sostenibile e boxeur

La pelle in una tesi di laurea. Tommaso Cecchini è uno studente dell’Istituto Italiano Design di Perugia. Sta preparando il suo elaborato di fine corso. Il lavoro pone al centro il benessere a 360 gradi, con spunti sulla sostenibilità. Il tutto verrà tradotto in una capsule collection in cui la pelle gioca un ruolo fondamentale.

La pelle in una tesi di laurea

“La mia tesi è incentrata sullo sport e il benessere, sia fisico che psichico, ed ecco perché ho scelto come ispirazione il pugilato” racconta Cecchini. Il giovane designer, giunto al terzo e ultimo anno del suo percorso di studi con indirizzo Fashion, sta creando proprio in questi giorni la capsule a corredo della sua la tesi. “Sto cercando di far emergere i concetti fondamentali di questo sport: la tecnica, il sacrificio, la disciplina” continua Cecchini, che lega però la sua collezione anche al tema della sostenibilità.

 

 

La sostenibilità

Lo chiamano Green New Deal. Le istituzioni europee hanno recentemente approvato il nuovo pacchetto di direttive sui rifiuti e sulla circular economy. “Ho subito pensato alla pelle, perché mi piace e la conosco avendo fatto un po’ di esperienza in un’azienda di pelletteria. Soprattutto, è un materiale di scarto della macellazione che viene recuperato. Così ho contattato alcune aziende per avere campioni di pelle conciata al vegetale. La mia è una collezione molto strutturata, con corpetti e accessori, tutti ispirati al mondo della boxe – spiega Cecchini -. Per le donne ad esempio ho pensato ad abiti a tubo pensando al sacco, poi a strutture circolari estremizzando un po’ le forme. Per alleggerire ho invece usato dei body di maglieria. È anche una sfida con me stesso”. (art)

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