Brenta, s’infiamma lo scontro sul rinnovo del contratto integrativo

rinnovo del contratto integrativo

In Riviera del Brenta salta la discussione sul rinnovo del contratto integrativo. Il 20 luglio i segretari di Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL hanno annunciato lo stato di agitazione dei lavoratori del calzaturiero, con il conseguente blocco di tutte le forme di flessibilità e straordinario, ma anche il rifiuto di deroghe sull’utilizzo delle ferie. “In questo contesto di forte incertezza per il nostro comparto, trovo singolare che solo dieci giorni fa le stesse organizzazioni sindacali provinciali riconoscessero la presenza della crisi, mentre oggi fingono che non esista” replica il presidente ACRIB (nel riquadro) Gilberto Ballin.

Rinnovo del contratto integrativo

“Gli effetti della pandemia nel nostro distretto sono evidenti e la situazione di crisi è sotto gli occhi di tutti. Le aziende, infatti, hanno registrato una flessione degli ordini del 35% – dichiara Ballin -. Le attuali richieste di ricorso alla flessibilità, al lavoro straordinario e al diverso godimento delle ferie estive, peraltro limitate ad alcune aziende, non sono indice di maggior lavoro complessivo. Sono strumenti necessari a recuperare il tempo perduto durante il lockdown e garantire le consegne ai clienti entro i tempi concordati. Per quanto riguarda il futuro, ad oggi non abbiamo la minima contezza di quante possano essere le commesse per la prossima stagione. In conseguenza, abbiamo grandi preoccupazioni sui carichi di lavoro in autunno”.

 

 

Lo scontro

Il contratto integrativo per i dipendenti delle aziende calzaturiere della Riviera del Brenta è un unicum a livello nazionale. Aggiunge tra i 700 e gli 800 euro in busta paga all’anno agli oltre 10.000 lavoratori del distretto. Il contratto è scaduto lo scorso giugno e solitamente viene pagato con la busta paga di luglio. Lo scontro tra le parti è cominciato a inizio luglio. Di fronte alla richiesta di rinnovo dell’integrativo, i vertici di ACRIB e Confindustria Venezia hanno chiesto tempo per consentire alle aziende di superare la crisi dovuta al Covid-19. La proposta: riprendere il confronto dopo l’estate. “È troppo facile imputare tutte le colpe sul mancato rinnovo di un premio ad una pandemia che nessuno voleva, è troppo facile dire che manca il lavoro, perché allora non si spiega come mai ci stanno arrivando richieste di flessibilità, straordinario e riduzione drastica delle settimane di ferie da poter fruire – attaccano i sindacalisti -. Rinnovare il premio di distretto deve essere visto come un’opportunità strategica per le aziende nel dare risposte alle molteplici domande di tutti i lavoratori affrontando uniti i cambiamenti che questo periodo ci impone”. (art)

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