Battere CRV? Cucinelli ci crede: “Non licenzio, nel ’21 recupero”

Battere CRV? Cucinelli ci crede: “Non licenzio, nel '21 recupero”

La storia del made in Italy non finisce con la pandemia di Coronavirus. Battere Covid-19 si può. Brunello Cucinelli ci crede e racconta, anzi, di star progettando la ripartenza. In un’intervista a Class CNBC ripresa da Milano Finanza annuncia: “Non taglieremo alcun posto di lavoro e dal 2021 recupereremo tutto”.

Cucinelli ci crede

Il gruppo umbro del lusso, che nel 2019 ha fatturato più di 600 milioni di euro, non mette in discussione i livelli occupazionali. “Ho sempre detto ai nostri ragazzi non perderete il lavoro perché abbiamo lavoro – sono le parole dell’imprenditore –. Cerchiamo di essere concentrati. Dopo questo, insieme, vedrete che recupereremo tutto”. La fiducia è che la situazione si normalizzi dall’estate: “Abbiamo sempre lavorato in agosto e probabilmente lavoreremo anche il prossimo agosto – continua –. Adesso la cosa più importante è preoccuparci di coloro che stanno male, ma stiamo cominciando a vedere le nuvole andarsene. Stiamo incominciando a uscire dal tunnel”.

Non sarà come nel 2008

Cucinelli dimostra anche la convinzione che la pandemia di Coronavirus non avrà conseguenze sui piani di crescita annunciati per il biennio 2021-2022. Perché? “Credo che l’emergenza sarà congiunturale – risponde –, diversamente dalla crisi finanziaria del 2008. Sotto il profilo industriale ed economico, non voglio paragonare questa condizione alla crisi del 2008”. La differenza principale risiede nella possibilità di pensare a un dopo: “Nel 2008 si assistette a una crisi dove non avevamo una visione – sostiene Cucinelli –, nessuno l’aveva. Il mondo era in difficoltà e le banche fallivano. Ora, prima di questo evento molto particolare, le banche avevano tanti mezzi e l’economia stava andando bene”. Si può confidare in una crisi, per quanto intensa, comunque breve: “Questa volta sarà un qualcosa di violentemente forte per due, tre, quattro mesi – aggiunge –, non sarà strutturale come nel 2008, ma la considero congiunturale”.

Foto Imagoeconomica

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