Dalla spesa al risparmio: il consumo cinese spaventa il lusso

Dalla spesa al risparmio: il consumo cinese spaventa il lusso

Cina motore dei consumi di lusso: fino a quando? La domanda rimbalza DA più fonti. Luca Solca, analista di Bernstein, mette, per esempio, in guardia le aziende sul possibile rallentamento dei consumi di Pechino. La testata Jing Daily, invece, si interroga se i consumatori cinesi stanno passando dalla spesa al risparmio.

Doppio fronte
Lo scenario attuale vede la Cina alle prese con due fronti critici. Il primo: il rallentamento della crescita economica. Il secondo: la guerra commerciale con gli Stati Uniti. Conseguenze: l’aumento dei prezzi e la riduzione dei guadagni delle imprese. Il Governo cinese si è accorto che le spese non sono più quelle di una volta e ha varato alcune misure per stimolare gli acquisti (riduzioni fiscali e prestiti, per esempio). Ma la questione è psicologica. I cinesi si stanno allontanando dalle spese stravaganti degli anni passati. Mentre i brand del lusso fanno affidamento sui loro Millennials per sostenere i conti.

Placare gli istinti
Secondo una ricerca UnionPay elaborata su dati China Luxury Report 2019 (realizzato da McKinsey) “la Cina ha realizzato oltre la metà della crescita globale della spesa nel settore del lusso tra il 2012 e il 2018. Si prevede che raggiungerà il 65% nel 2025“. Il Jing Daily stima, però, che la “classe aspirazionale” eviterà acquisti importanti o discrezionali. E che i consumatori del lusso cercheranno di placare i loro istinti.

Meno spesa discrezionale
L’opinione di Jing Daily è confermata da Luca Solca, analista Bernstein, per il quale gli indicatori economici mostrano un indebolimento della spesa discrezionale. L’analista valuta su Business of Fashion, che il settore dei beni di lusso potrebbe essere vicino a un “altopiano temporaneo“. Ovvero: una spesa sostenuta, ma che non cresce come negli anni passati.

Il peso di Hong Kong
Solca scrive anche che l’impatto negativo delle proteste a Hong Kong, probabilmente, si protrarrà fino alla prima metà del 2020. Inoltre, crede che l’effetto polarizzazione delle griffe del lusso (la differenza tra quelle che vanno bene e quelle che stentano) sia destinato a proseguire. (mv)

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