Dalle pelli all’azienda familiare: le parole di Tomaso Trussardi

Dalle pelli all’azienda familiare: Tomaso Trussardi racconta

“Quando ero piccolo mio padre mi accompagnava in fabbrica nel weekend. Mi dava delle cose da colorare, come i disegni delle borse. E mi insegnava a riconoscere le pelli: la qualità, le conce”. Le parole di Tomaso Trussardi raccontano se stesso e il suo brand, ospite del format online BFC Forbes #Cenacoloartom.

Le parole di Tomaso Trussardi

Trussardi ripercorre le tappe più importanti della sua vita imprenditoriale nell’azienda di famiglia. Un’azienda da sempre legata alla pelle, visto che è nata nel 1911 come guanteria. Azienda la cui storia è segnata da due tragici decessi. Nel 1999 muore il padre di Tomaso, Nicola Trussardi, che aveva trasformato l’impresa da guanteria a brand internazionale. Nel 2003 viene a mancare Francesco Trussardi, fratello maggiore di Tomaso, che aveva raccolto l’eredità del padre. “Il passaggio generazionale avvenuto traumaticamente e repentinamente ha portato una serie di errori fatti negli anni – spiega Tomaso -. Quando la famiglia eredita un’azienda ci si può trovare in disaccordo. Tutti hanno ragione e tutti hanno torto. L’impresa non può essere un organo democratico. Quando la famiglia è azionista e manager – prosegue Trussardi – si crea un meccanismo per cui nessuno riesce a comandare nessuno e nessuno controlla l’operato dell’altro. Non poteva continuare. Così ho rilevato la maggioranza assoluta del gruppo”.

 

Scelte strategiche

E quando all’imprenditore viene chiesto di riepilogare due scelte strategiche vincenti, Trussardi non ha dubbi. Primo: “Ho assunto consulenti esperti nei processi industriali con i quali, in 8 mesi, abbiamo ridotto di 2 mesi il time to market, senza taglio di personale”. Secondo: “Rimettere la pelletteria al centro del business. Trussardi è nata con i guanti e si è sviluppata con borse e pelletteria. Riportandola al centro, in 2 anni è stato ribaltato l’andamento negativo aziendale”. Ora, la missione del brand è quella di parlare ai giovani consumatori, conservando i clienti storici. Altrimenti “si muore di tradizione che è il grosso problema dell’Italia” conclude Trussardi. (mv)

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