Hermés non molla (ancora) la pelliccia e spiega che per evitare la distruzione dell’invenduto serve “il modello artigianale”

“Ma noi siamo un piccolo attore”. Così, come a dire “non siamo noi a fare la differenza sul tema”, ha risposto Axel Dumas, ceo di Hermès, a chi gli chiedeva cosa ha intenzione di fare la griffe che dirige a proposito dell’impiego di pelliccia: intende seguire il recente esempio di Burberry? Les Echoes, che riporta la dichiarazione, la interpreta come il prendere tempo di chi ha ancora non si è deciso: a noi de La Conceria, ci permettiamo di chiosare, suona più come il dribbling di chi vuole, almeno per ora, smarcarsi dal problema. L’intervento di Dumas arriva a margine della presentazione dei dati semestrali di Hermès, già anticipati a luglio. L’occasione ha imposto che il ceo si esprimesse su un altro argomento toccato da Burberry: la gestione dell’invenduto. Dumas ha riconosciuto che “sì, ci possono essere stock che vengono distrutti: ma si tratta di volumi bassi”. Ci sono strumenti alternativi all’incenerimento dei beni (saldi, svendite al personale, riutilizzo in progetti come Petit H), ma la questione chiave è il processo: “Non bisogna confondere una produzione industriale con il nostro modello, che è artigianale e attento ai costi dei materiali e del façon”.

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