I conti di Chanel: -18% nel 2020, “slancio fantastico” nel 2021

I conti di Chanel: -18% nel 2020, “slancio fantastico” nel 2021

Niente vendite online, niente flussi turistici. Risultato: Chanel nel 2020 perde il 18%. Ma, seguendo l’onda di ripartenza del lusso, rimbalza in questa prima parte del 2021. In altre parole, mette in mostra un aumento delle vendite “a due cifre” rispetto al 2019 nei primi 5 mesi dell’anno. “Da settembre 2020 abbiamo assistito a uno slancio fantastico, che quest’anno è ulteriormente accelerato” ha dichiarato il direttore finanziario Philippe Blondiaux. Il quale, per l’ennesima volta, ha rispedito al mittente tutte le illazioni relative alla possibilità che la griffe perda la sua indipendenza.

Il down del 2020

Nel 2020 Chanel ha perso il 18% delle entrate, chiudendo l’anno a quota 10,1 miliardi di dollari. L’utile operativo è sceso del 41%, per un valore di 2 miliardi di dollari. In altre parole: Chanel ha perso più dei suoi competitor. Come mai? I motivi principali sono due. Primo: una maggior esposizione nel comparto “profumi e cosmetici”, le cui vendite (che, secondo le stime, valgono un terzo del fatturato della griffe) sono crollate causa la drastica riduzione del travel retail. Secondo: il rifiuto di vendere online prodotti moda e accessori. “Le nostre boutique e i nostri consulenti di moda sono al centro della nostra strategia. Ecco perché non siamo andati, e non andremo, a vendere online” ha affermato Blondiaux a Business of Fashion. Nonostante un andamento negativo, nel 2020 Chanel ha incrementato gli investimenti. Lo ha fatto, in particolare, in ambito sostenibile e per integrare verticalmente la sua catena di fornitura. Per esempio, acquisendo la conceria lombarda Gaiera.

 

 

Uno slancio fantastico

Tutto è cambiato, però, da settembre 2020, momento in cui si è innescato il rimbalzo che ha portato al risultato riscontrato nel periodo gennaio-maggio 2021, con ricavi cresciuti a 2 cifre rispetto all’analogo periodo del 2019. “Ci aspettiamo che le vendite di quest’anno siano superiori del 35% rispetto al 2020 e di un valore inferiore, ma sempre a doppia cifra sul 2019. Siamo fiduciosi di poter ricostruire i margini avvicinandoli molto ai livelli pre-Covid” ha detto Blondiaux a The Financial Times. Quanto alla possibilità che Chanel cambi proprietà o si quoti in Borsa, Blondiaux è stato drastico: “Non parteciperemo a nessun possibile consolidamento dell’industria del lusso – riporta BoF -, né come target né come acquirente di altri marchi”. (mv)

Immagini tratte da chanel.com

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