La diversità di Italia e Francia nella Dior di Maria Grazia Chiuri

La diversità di Italia e Francia nella Dior di Maria Grazia Chiuri

Corpetti, cinture, pantaloni. E, poi, stivali, scarpe e borse. La pelle gioca un ruolo fondamentale nella Pre-Fall 2020 di Dior firmata da Maria Grazia Chiuri. La collezione è stata presentata alla stampa nello showroom di Parigi. Un incontro e uno scontro. Quale? Quello tra le visioni italiane e francesi della moda, che la stilista della griffe racconta di aver colto nei suoi dettagli in un’intervista rilasciata a MF Fashion.

Praticità e bellezza contro filosofia e identità
“La moda francese si è sempre focalizzata sull’idea del couturier come un artista”. Cioè? “L’espressione del sogno in una maniera che definirei romantica”, spiega Maria Grazia Chiuri dalle pagine della rivista. E la moda italiana? “È, invece, molto più vicina al design. Questo è ancora più vero per quanto riguarda il prêt-à-porter“. Il DNA italiano si sente forte in questa collezione. “Unire creatività e industria – spiega – è la combinazione che ha reso grande il made in Italy. Produrre in larga scala quello che un tempo era realizzato solo dal sarto è stato un enorme valore aggiunto per l’Italia”.

Visto dalla Francia
“Il fatto di essere in Francia mi ha permesso di prendere coscienza del mio background” riconosce la stilista. Perché? “In Francia –conclude – la moda è valorizzata a livello istituzionale, in Italia forse proprio la sua grande diffusione e il radicamento nel sistema paese a livello produttivo l’ha resa qualcosa di scontato. Stando qui ho preso consapevolezza di una serie di scelte che in passato ho effettuato in maniera istintiva“. (art)

Foto da Vogue

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