OTB: nel 2022 Diesel rallenta, ma la divisione lusso fa +103%

OTB: Diesel slows down in 2022, but the luxury division grows 103%

Il risultato di OTB nel 2022 è più che positivo. Il gruppo mette a bilancio 1,7 miliardi di fatturato, che vale il +14% su base annua, con utile netto a 105 milioni (+72%) e margine operativo lordo a 314 milioni (+22%). Ma è la divisione lusso a fare la differenza. Perché mentre il brand ammiraglio, Diesel, è ancora alle prese con il cambio di guida creativa, Jil Sander, Maison Margiela e Marni insieme hanno segnato +32% sul 2021. Un boom che assume proporzioni clamorose se paragonato ai livelli prepandemici: il confronto con il 2019 dice +103%.

La lentezza di Diesel

La divisione lusso, quindi, guida i conti di OTB. E consente ai vertici del gruppo di ambire a quota 2,7 miliardi di fatturato entro il 2025 (valore che si avvicina molto all’obiettivo dei 3 miliardi fissato dal patron Renzo Rosso). “Diesel resta il marchio principale del gruppo – sono le parole del CEO Ubaldo Minelli riprese dal Sole 24 Ore –. Sta attraversando la cruciale fase di riposizionamento, anche grazie alla direzione creativa di Glenn Martens. Dobbiamo avere un po’ di pazienza, perché sul 2022 ha pesato la riorganizzazione della distribuzione, ma i riscontri del nuovo corso creativo sono ottimi”. A proposito delle altre divisioni, Minelli spiega che “Staff International e Brave Kid hanno dato un contributo rilevante, con ricavi in aumento rispettivamente del 32%e del 26% rispetto al 2021″.

 

 

Investimenti, ricette

Nel 2022 il gruppo OTB ha compiuto investimenti per 81 milioni (+70%), specie nel retail. “Abbiamo aperto 73 negozi – racconta Minelli –. A fine 2022 contavamo 607 store, l’obiettivo è arrivare a 785 entro il 2025. I numeri dimostrano che non esiste, almeno in OTB, cannibalizzazione tra canali: l’e-commerce per noi vale il 18,2%, ma non ha intaccato i canali fisici”. Lo stesso CEO spiega dalle colonne del Corriere della Sera quale sia la ricetta del successo del gruppo. “II 2022 è stato un anno complesso, dopo un 2021 e 2020 non meno complicati. Ma tre sono stati i fattori centrali: la nostra filiera che ha dimostrato di essere resiliente – conclude –, l’elevata capacità di risposta grazie a una struttura manageriale coesa, e i nostri consumatori che pongono la qualità come principale criterio di scelta”.

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