I 9 mesi della carne USA, il 2023 di quella argentina

I 9 mesi della carne USA, il 2023 di quella argentina

Un bilancio provvisorio delle attività fin qui svolte (i 9 mesi della carne USA). E le proiezioni di crescita (ma solo se si toglie il tappo) della zootecnia argentina. I report più aggiornati sulle filiere di Nord e Sud America

I 9 mesi della carne USA

Guardando il dato complessivo, si può dire che la carne statunitense è (quasi) in pareggio. Nel periodo che va da gennaio a settembre la produzione di carne si attesta al -0,6% su base annua. Guardando al dettaglio delle tabelle USDA, si apprende che mentre sono in trend positivi i bovini adulti (+1,4%) e il vitello (+4%), crollano suini (-2,5%) e, soprattutto, pecore e capre (-4,5%). Il trend non è del tutto simmetrico a quello delle macellazioni. Nei primi 9 mesi negli States si sono processati 25,36 milioni di bovini adulti (+1,5%) e 267.000 vitelli (che, rispetto al 2021, vuol dire -4,75%). Con 1,4 milioni di capi abbattuti, l’ovicaprino cede il 9,2%.

 

 

Le prospettive argentine

È la stessa USDA a pubblicare le stime dell’export della zootecnia argentina. Stando a quanto riporta El Paìs – Rurales, il Paese sudamericano può conoscere nel 2023 un record di fatturato. Ma non di volume: il merito della performance andrà ai prezzi di vendita, non alle quantità totali (che si dovrebbero attestare intorno alle 770.000 tonnellate di prodotto). Eppure, lo spazio per fare meglio ci sarebbe. Il problema della carne argentina è la Casa Rosada, che ha varato per tutto il 2023 regolamenti che limitano l’export per garantire il mercato domestico (meno remunerativo). La condizione perché il fatturato estero prenda il volo (specie in Cina) è che cadano le misure protezionistiche.

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