Indagine CNA: filiera tra timori (molti) e fiducia (che c’è)

timori (molti) e fiducia (che c’è)

Lo scenario è critico, non poteva essere altrimenti. L’indagine CNA Federmoda con Local Global registra che il 3,3% delle imprese della filiera già prevede di chiudere l’attività. Un altro 10% si dice estremamente preoccupato per le proprie sorti. Sono timori (molti) e fiducia (ce n’è) del fashion system italiano alle prese con gli effetti della pandemia. Oltre il 70% delle aziende intervistate ha riavviato l’attività dopo il lockdwon, mentre il 15% prevede di farlo comunque entro il 2020. Ma accendere i macchinari non vuol dire far partire le attività. Secondo l’indagine, ordini e problemi finanziari sono le difficoltà più comuni nel tessuto manifatturiero. La ripresa dell’attività non impedisce cali di fatturato: “Circa 2/3 delle aziende – si legge nella nota di CNA – perde almeno 1/3 del fatturato normale sul 2020”.

Timori (molti) e fiducia (che c’è)

Nel quadro complesso spiccano anche alcuni segnali positivi. Concerie e pelletterie, ad esempio, sono i settori dalla più rapida ripartenza: “L’85,7% delle imprese che ha riavviato l’attività produttiva”, riporta CNA Federmoda. Intanto, malgrado tutto, gli imprenditori non si danno per sconfitti. “Si registra un sentimento delle imprese non catastrofico – continua la nota –, ma orientato ad una ragionevole preoccupazione. Molte imprese collocano nel 2021 il ritorno alle normalità”. Non è scontato: “Potrebbero manifestarsi criticità se il sostegno pubblico non fosse nel medio-lungo periodo all’altezza dei bisogni delle imprese”.

 

 

L’importanza del sostegno

Il ruolo di sostegno offerto dallo Stato è, in questa fase, fondamentale. L’indagine CNA rivela che per il 75% delle aziende è aumentato l’indebitamento, quindi anche la necessità di ricorrere “a contributi e finanziamenti, utilizzando la Cassa Integrazione, i finanziamenti bancari e rinegoziando i pagamenti”. Se i riflessi sui livelli occupazionali sono “proporzionalmente inferiori” ai cali del fatturato, è “grazie agli ammortizzatori sociali ed una minore volatilità intrinseca di questo indicatore”.

Il commento

L’impatto sul settore è rilevante – dichiara Marco Landi, presidente nazionale CNA Federmoda –. Giungevamo da un 2019 che ci aveva dato soddisfazioni. Molti mercati di riferimento sono chiusi, ad esempio gli USA, ma in generale la propensione dei consumatori all’acquisto di prodotti moda è molto flebile. Le preoccupazioni sanitarie ed economiche incidono fortemente su quanto è presente nel retail e a questo si aggiunge la difficoltà ad interpretare il mercato”.

Foto: archivio La Conceria

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