Londra apre la giostra delle fashion week Uomo non solo col fur free, ma anche con poca pelle

Come da tradizione, è Londra ad inaugurare la nuova tornata delle sfilate per l’autunno-inverno 2019/2020. London Fashion Week, che si è tenuta dal 5 al 7 gennaio e ha già lasciato il testimone della moda maschile alla kermesse fiorentina di Pitti Uomo (verrà poi il turno di Milano e Parigi), non ha tradito la sua nuova fede fur free, annunciata lo scorso settembre in occasione delle sfilate Donna. Allora, il British Fashion Council ha messo nero su bianco la volontà di far diventare la fashion week inglese la capitale della cosiddetta “sostenibilità etica”. L’impegno di settembre non è venuto meno, anzi ha rincarato la dose, con una fashion week che, a conti fatti, ha visto in scena 45 show tra sfilate e presentazioni dove la pelletteria non ha praticamente fatto capolino tra gli outfit che si sono avvicendati in passerella. E anche negli accessori spesso si è scelta la filosofia del riciclo. È il caso della capsule “green” Timberland x Christopher Raeburn, dove il designer ha utilizzato paracaduti militari dismessi per ricreare capi originali Timberland, tra cui l’iconica giacca Weatherbreaker e la vasta gamma di proposte realizzate con materiali riciclati e organici. Tra i big names in scena a Londra, l’avanguardismo di Craig Green con i suoi nomadi avvolti in tessuti tecnici e plastica, l’italiana Iceberg disegnata da James Long e ispirata alle Alpi e alla moda sportiva degli anni Ottanta e l’etichetta dell’ex star del calcio David Beckham, Kent & Curwen, che ha presentato una collezione ispirata alla serie della BBC Peaky Blinders. (mb) (nella foto, da sinistra: Timberland, Craig Green e Kent & Kurwen)

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