Marenzi auspica l’impegno dei big italiani in Confindustria Moda

Marenzi auspica l'impegno dei big italiani in Confindustria Moda

È a fine mandato, quindi mette in chiaro che i suoi sono appunti per il futuro. Ma Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda, ha un paio di idee perché il peso specifico dell’associazione aumenti. Innanzitutto, auspica l’impegno dei big del lusso. Il pretesto lo offre Patrizio Bertelli, CEO di Prada, che a fine aprile ha lamentato la scarsa incisività delle sigle del fashion system. Ma è chiaro che, rispondendo a lui, il presidente di Confindustria Moda lancia un segnale a tutti i colossi italiani. Poi, Marenzi, patron di Herno, lancia una suggestione: e se quella con Camera Nazionale della Moda diventasse qualcosa di più di una sinergia?

La rappresentanza

Il CEO di Prada, dicevamo, a fine aprile se la prendeva con il panorama delle associazioni della moda. “Non c’è un’unica struttura del settore che dialoghi con il Governo, come fanno i metalmeccanici – le sue parole –. È un’assenza che genera mancanza di appartenenza”. “Bertelli ha messo sul tavolo una giusta provocazione, ma bisogna fare ordine – ribatte Marenzi a Il Corriere della Sera –. Quando dice che alla moda servirebbe un’organizzazione come Federmeccanica dimentica che questo veicolo c’è, ed è Confindustria Moda”. Coronavirus ha costretto l’associazione datoriale a muoversi in sinergia con altre sigle, come CNMI e Altagamma, ma ciascuna ha scopo e composizione diverse. “Nel caso della crisi provocata dalla pandemia abbiamo, sì, risposto a più voci – continua –, ma come in un coro”.

Marenzi auspica l’impegno dei big

Certo, l’imprenditore lombardo non vuole per questo dire che Confindustria Moda è perfetta così com’è. Anzi, sa che può ancora crescere, coinvolgendo i big. “C’è bisogno di una maggiore partecipazione dei grandi imprenditori – afferma –. Oggi nel Consiglio di Confindustria Moda siedono i presidenti delle diverse associazioni: penso che sarebbe corretto vi fosse anche un rappresentante dei fondatori dei gruppi”. Una volta dentro, gli esponenti delle grandi dinastie potrebbero anche prenderci gusto. “Perché no? – si chiede Marenzi –, magari un domani può anche andare oltre un posto in CdA e assumere la guida della federazione. Siccome si parla anche di ruoli istituzionali, che devono avere una autorevolezza derivante dal proprio status, il presidente di Confindustria moda dovrebbe essere un imprenditore di successo. È più una questione di forma che di sostanza, ma è così, il leader deve essere riconosciuto tale globalmente”.

Andare oltre, anche con CNMI

Marenzi ha una proposta anche per (possibili) scenari di fusion con Camera Nazionale della Moda Italiana. “Con Carlo Capasa (presidente di CNMI, ndr) abbiamo iniziato a collaborare molti anni fa sulla sostenibilità. Lo abbiamo fatto ancora più intensamente in questi mesi di crisi, creando le basi a quello che dovrebbe essere un ragionamento più largo. Siamo due associazioni di natura diversa, ma possiamo trovare un punto di sintesi – conclude –. Penso che si dovrebbero unire le forze e dare vita a un unico organismo. Qualcuno già ci sollecita a fare un passo ulteriore e io dico: fatelo. È il momento giusto”.

Foto Imagoeconomica

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