Milano Fashion Week chiude con l’essenzialità ritrovata di Gucci

Alcuni dei look sfilati durante Milano Fashion Week

Milano Fashion Week non poteva avere chiusura più clamorosa. Ieri la sfilata di Gucci ha rappresentato un cambio di passo che ha lasciato molti senza fiato: Alessandro Michele ha scioccato con la semplicità, segnando un taglio netto rispetto all’estetica iperdecorativista che ha predominato finora il suo stile. E se la maison fiorentina abbraccia un inedito (ritrovato) minimalismo, le altre grandi griffe hanno invece presentato collezioni dalle fantasie audaci, come Versace e Dolce & Gabbana, abbinamenti grintosi, come Phylosophy, confermando l’ampio utilizzo di pellame (spesso stampato esotico) per la primavera-estate 2020.

Il punto a capo di Gucci
Dopo la sovrabbondanza di accessori, applicazioni e ricami degli ultimi anni, Gucci torna alla semplicità. Un’essenzialità che ha lasciato molti sorpresi, ma che era ormai una controtendenza annunciata. L’approccio disruptive di Alessandro Michele doveva trovare un nuovo modo di lasciare tutti a bocca aperta, e così è stato. La sfilata milanese ha aperto con simbolica esposizione di camicie di forza e abiti di costrizione che, si è trovata costretta a ribattere la griffe ai polemisti, “non fanno parte della collezione in vendita”, ma “veicolano un messaggio” sull’uniforme “imposta dalla società e da coloro che la controllano”. Per il resto, Gucci ha presentato un nuovo stile pulito, frutto di un lavoro di sottrazione e selezione, che il designer chiama la sua “archeologia personale“. Continui rimandi alle epoche d’oro del passato di Gucci, dagli anni ‘70 ai ‘90: linee semplici, contrasti di colore e dettagli sexy, come i frustini e i guanti lunghi in vernice nera, come i collarini e le maniche. La provocatoria sensualità anche negli accessori con la scritta “Gucci Orgasmique”.

 

 

Phylosophy, Scervino, Dolce & Gabbana
La pelle ha continuato a primeggiare nei fashion show degli ultimi giorni della MFW. Nel romanticismo ribelle di Phylosophy by Lorenzo Serafini, dove il dualismo si è tradotto abbinando abiti in chiffon plissè panna con cinture e corsetti in pelle nera (tempestata di strass). Celebrazione della manodopera made in Italy sulla passerella di Ermanno Scervino che ha festeggiato i suoi 20 anni di carriera: anche qui tute workwear in pelle, giacche e abiti in pelle scamosciata e pizzo macramè in pelle, mixati a seta e chiffon svolazzanti. Atmosfera da safari vintage per Dolce & Gabbana che ha proposto tute e pantaloncini di pelle insieme a stampe rettile per abiti, gonne, trench e completi.

E ora Parigi
L’ultimo giro di giostra delle sfilate tocca a Parigi. Si parte oggi con tre défilé serali e si prosegue con una carrellata di grandi nomi fino a martedì primo ottobre. CHANEL, Dior, Givenchy, Valentino, Balenciaga, Saint Laurent, Louis Vuitton, Celine: la line-up parigina è più prestigiosa che mai. Mancherà all’appello il creatore di Off-White, Virgil Abloh, che ha annunciato l’assenza per motivi di salute. Quest’anno la capitale francese apre le porte anche a giovani talenti emergenti, in gran parte grazie a iniziative come l’LVMH Prize. (mvg)

Da sinistra, look di Philosophy by Lorenzo Serafini, Gucci e Ermanno Scervino (foto da cameramoda.it)

 

 

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