Amiata, le pelletterie assumono operai da formare e specializzati

Amiata, le pelletterie cercano operai da formare e specializzati

Il distretto senese dell’Amiata riparte. Dopo aver resistito all’effetto pandemia, la zona vocata alla produzione di accessori dà segnali positivi a livello occupazionale. C’è offerta di lavoro, per operai da formare e specializzati, tra le circa 100 aziende presenti tra Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore. Ad essere ricercate, però, sono soprattutto figure specializzate. “È un settore che richiede inventiva, capacità operativa. I modelli di borse e oggetti in pelle cambiano rapidamente – racconta al quotidiano La Nazione l’imprenditore Luciano Farnetani, alla guida della pelletteria Jasmine (30 dipendenti) -. Ci si deve, quindi, adeguare e per farlo occorrono figure professionali specializzate. Spazio a tanti giovani, ma anche possibilità per i meno giovani”.

Operai da formare e specializzati

“È un mondo che offre elevate opportunità occupazionali. C’è da imparare un mestiere, si deve avere una sorta di predisposizione – continua Farnetani -. Nelle aziende di questo settore ci sono diverse figure professionali. Non solo ideatori, tagliatori, cucitori. Ci sono le spedizioni, gli assemblaggi”. C’è spazio anche per il ricollocamento di chi ha perso il lavoro. “In pelletteria hanno trovato occupazione anche persone adulte”.

 

 

Processo di aggregazione

Un trend a doppia velocità: mentre i posti di lavoro aumentano, il numero delle aziende diminuisce. Come si spiega? È in corso un processo di aggregazione. “Una strategia che ha dato risultati positivi – spiega a La Nazione Gianluca Fè, segretario provinciale della Femca-Cisl (sindacato di categoria) –. Il settore non ha subito nel suo insieme un ridimensionamento, ma un ampliamento. Sia per quanto concerne gli occupati, sia per quanto concerne le commesse”.

Formazione

Se il lavoro riparte, occorre un’accelerazione anche della formazione. “Per ideare, tagliare, cucire ci vuole personale qualificato. E questo lo si ottiene in primis con l’esperienza sul campo, poi attraverso corsi di preparazione – conclude Fè –. Nel primo caso le aziende che hanno il personale specializzato cercano di tenerselo stretto. Occorre riprendere, intensificare, i corsi di preparazione. Perché il settore offre potenzialità occupazionali importanti”. (mvg)

Foto di archivio

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