Dal Sudan al Bangladesh la pelletteria per il riscatto delle donne

Dal Sudan al Bangladesh la pelletteria per il riscatto delle donne

La pelletteria come rifugio di corpo e mente, ma anche fonte di reddito. In sintesi: uno strumento utile per il riscatto delle donne. Due organizzazioni di volontariato hanno organizzato altrettanti progetti di inclusione femminile in Sudan e Bangladesh. Un’occasione per salvare la propria vita fuggendo dalla guerra. Oppure da una zona rurale particolarmente povera. E raggiungere finalmente l’indipendenza.

Il riscatto delle donne

L’organizzazione di volontariato Kandaka nel Kordofan Meridionale, uno dei quindici Stati del Sudan, ha coinvolto a ottobre 40 donne in un percorso formativo nella lavorazione della pelle. Tutte le tirocinanti vivono in zone di guerra. A raccontare l’iniziativa è il direttore dell’organizzazione, Asma Omar, parlando a Radio Dabanga. Asma ha spiegato che “lo scopo dell’iniziativa è quello di trasformare le comunità locali in attività produttive per rimettere in moto l’economia”. Il progetto è dedicato alle donne perché, come ha spiegato ancora il volontario, sono le prime vittime nei periodi di guerra. Ma proprio loro sono il pilastro delle comunità locali. “Il loro ruolo è fondamentale nella catena di produzione – aggiunge Asma – e possono sfruttare le risorse disponibili nel settore agricolo e dell’allevamento per aumentare i loro redditi e migliorare così il tenore di vita di intere famiglie”.

 

 

Il progetto in Bangladesh

In Bangladesh l’UNDP (United Nations Development Programme) ha lanciato in collaborazione con il COEL (Center of Excellence for Leather Skill Bangladesh Limited) il progetto “Strengthening Women’s Ability for Productive New Opportunities” (SWAPNO). L’iniziativa coinvolge le donne che vivono nei distretti di Kurigram, Lalmonirhat, Gaibandha e Jamalpur, tra i più poveri del Paese. L’obiettivo è quello di orientare le donne sulle opportunità di lavoro nel settore della pelle e formarle a tale attività. Il progetto prevede 30 programmi di orientamento con l’obiettivo di coinvolgere tra 600 e 800 donne. (art)

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