I protagonisti di Mipel Lab: nemmeno la pandemia ha fermato Most

I protagonisti di Mipel Lab: nemmeno la pandemia ha fermato Most

Nemmeno la pandemia ha fermato Most. L’azienda, che ha sede nella frazione Sant’Agostino in provincia di Pistoia, è specialista nelle lavorazioni intermedie del settore della moda. Cresce a grande velocità e conta di continuare la sua espansione nei prossimi anni. Anche grazie a Mipel Lab. Stimolata dai clienti, ha utilizzato il lockdown per sviluppare nuovi progetti. Elisabetta Mucci, responsabile della divisione ricerca e sviluppo (nella foto), ci racconta l’andamento dell’azienda e il suo futuro.

Nemmeno la pandemia ha fermato Most

Qual è l’andamento del mercato?
Decisamente buono. Da quando è nata, Most ha compiuto 20 anni nel 2021, l’azienda registra una crescita costante, diventata esponenziale negli ultimi 5-6 anni. Abbiamo quadruplicato gli spazi produttivi, raddoppiato il parco macchine e abbiamo compiuto delle acquisizioni anche per aumentare e diversificare la nostra offerta alla clientela.

Quindi nessuna crisi dovuta al Covid?
No. Abbiamo risentito della pandemia solo nella primavera del 2020, quando i nostri fornitori erano chiusi causa lockdown. E anche noi siamo stati chiusi. Eravamo pronti per convertire la produzione, ma non abbiamo dato seguito al progetto: i nostri clienti storici ci hanno chiesto lo sviluppo dei prodotti a livello progettuale. Eravamo un laboratorio idee che lavorava online.

 

 

E quali sono le prospettive?
Buone. Negli ultimi 5 anni abbiamo compiuto uno scatto di crescita, per cui oggi vogliamo consolidare la nostra struttura per migliorarci ancora. Investimenti, ricerca e nuove tecnologie sono il nostro pane quotidiano. Dobbiamo proseguire su questa strada, che è risultata vincente negli ultimi anni.

Qual è il senso della vostra partecipazione a Mipel Lab?
Ci piace l’idea di questa iniziativa, che mette in contatto direttamente domanda e offerta. E, allo stesso modo, offre al brand il pacchetto completo, dalla ricerca materiali, fino alla produzione. All’interno di Mipel Lab, Most è una unicità perché offre nobilitazioni (lavorazioni intermedie), non un prodotto finito. Per questo riteniamo importante la nostra presenza al circuito Mipel Lab e speriamo che i fatti ci diano ragione.

Quali sono i punti di forza e di debolezza della produzione italiana della pelletteria?
Rispetto ai nostri competitor esteri i punti di forza sono la creatività, la capacità delle aziende di essere versatili e la possibilità di gestire internamente il processo produttivo, comprese le fasi di controllo e quindi la capacità di garantire la qualità. Il punto di debolezza è sicuramente il prezzo: quindi i costi italiani sono un po’ più alti, perché legati alla qualità dei materiali, così come alla pressione fiscale e alla burocrazia. (mv)

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