Non trova risorse, è in vendita: niente da fare per Pittards

Non trova risorse, è in vendita: niente da fare per Pittards

Pittards è in vendita. La crisi del gruppo britannico della pelle, con quasi 200 anni di storia, si è aggravata. Il tentativo di trovare nuove risorse finanziarie non ha dato gli esiti sperati. La società, che impiega circa 150 persone nel Regno Unito e 900 in Etiopia, avrebbe dovuto raccogliere 1,5 milioni di sterline entro fine luglio per salvarsi: è arrivata solo a 204.000 sterline. Ora ha intenzione di nominare amministratori esterni per cercare di proteggere i creditori. Le sue azioni sono state sospese e il gruppo ha avviato il processo di vendita dell’azienda. Ecco tutte le tappe della crisi, da marzo 2023 a oggi.

Pittards è in vendita

Marzo

Alla fine di marzo Pittards ha fidi bancari utilizzati completamente. Per rinegoziare gli affidamenti in essere, dilatando le scadenze dei rimborsi, gli istituti di credito chiedono delle garanzie ulteriori. In altre parole: nuova liquidità. La notizia di questa sofferenza fa crollare il valore delle azioni.

Luglio

Pittards annuncia di aver siglato un accordo per la ristrutturazione del debito con Lloyds Bank. A patto che raccolga 1,5 milioni di sterline. A fine mese la raccolta si ferma a 204.049 sterline (fonte Morningstar). Il gruppo con sede a Yeovil dichiara che sta valutando ogni possibile opzione per salvaguardare azionisti e creditori. E tra queste c’è anche quella della cessione a un investitore.

Agosto

L’8 agosto Pittards annuncia la volontà di nominare “appena possibile” Ernst & Young come amministratore a causa “dell’attuale incertezza finanziaria e alla luce della crescente pressione dei creditori” (fonte Borsa Italiana). Comunica anche l’avvio del processo di vendita dell’azienda e dei beni. Il 14 agosto la società dichiara di non aver ancora nominato ufficialmente gli amministratori e che avrebbe continuato a cercare un investitore. Il 21 agosto l’azienda rilascia un secondo avviso con l’intenzione di nominare amministratori per fornire protezione contro i creditori per altri 10 giorni lavorativi. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un maggiore sostegno da parte del governo. (mv)

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