Vivarte può respirare: le dismissioni non sono finite, ma il debito è sotto controllo. E nel 2019 si torna a crescere

Vivarte è ora un gruppo normale. Il debito è ancora alto, ma è ragionevole”. Parole di Patrick Puy, ceo di Vivarte che ha comunicato i dati relativi all’esercizio 2017-2018 chiuso il 31 agosto con un fatturato di 1,4 miliardi di euro (le vendite comparabili sono scese del 4,1%) e un utile operativo di 50,6 milioni di euro. Il debito ammonterebbe a 302 milioni di euro contro i 437 milioni del precedente esercizio e a 1,084 miliardi del 2015-2016. Risultato ottenuto grazie alle cessioni di vari marchi che hanno fruttato circa 300 milioni di euro, di cui 200 destinati da Vivarte proprio alla riduzione della posizione debitoria. Cessioni che non sono finite perché in vendita ci sono ancora Minelli, San Marina e Cosmoparis, i cui closing dovrebbero essere finalizzate entro il 30 giugno 2019. Novità anche per il management. Puy, che rimarrà presidente del gruppo, ha anche annunciato l’arrivo di un direttore generale nella primavera del 2019. Vivarte dovrebbe tornare a crescere nel 2019 (aspettative per il +2%), grazie ai benefici generati dagli oltre 40 milioni di euro di investimenti fatti sui marchi La Halle e Caroll i quali, secondo Puy, sono ben posizionati per guadagnare quote di mercato nonostante un contesto ancora difficile per abbigliamento e calzature. (mv)

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