Francia, l’anti-gaspillage è legge: non si distrugge l’invenduto

Francia, l’anti-gaspillage è legge: non si distrugge l’invenduto

L’anti-gaspillage è legge in Francia. Dopo essere stato adottato dall’Assemblea Nazionale, il disegno anti-spreco è stato approvato all’unanimità al Senato. Dal 2022 i marchi della moda non potranno più distruggere i prodotti invenduti che, secondo il Ministero dell’Ambiente francese, valgono oltre 650 milioni di euro ogni anno.

L’anti-gaspillage è legge
L’articolo 5 della legge obbliga i produttori, gli importatori e i distributori di nuovi prodotti a riutilizzare questi ultimi, tramite donazioni a “società socialmente responsabili”. In alternativa, possono riciclarli dando loro una seconda vita. La nuova legge agevola le donazioni, eliminando, ad esempio, il principio secondo cui l’iva non era detraibile. Un ostacolo fiscale che di fatto incentivava la distruzione dei prodotti. Inoltre, le aziende saranno autorizzate a rivendere i propri articoli invenduti ai dipendenti, con uno sconto massimo del 50%.

 

 

Chi inquina paga
Il testo prevede la clausola “chi inquina paga”. Questo obbliga le aziende produttrici a finanziare lo smaltimento dei rifiuti che loro stesse producono. Ad esempio, i produttori di sigarette dovranno pagare una quota per lo smaltimento dei mozziconi. La legge interesserà anche la moda ed in particolare colpirà le scarpe, sportive e non.

Commento
“Il settore tessile è in ritardo di 4-5 anni nella gestione dei prodotti invenduti rispetto all’industria alimentare” ha dichiarato a Novetich.fr François Vallée, direttore marketing di Comerso, startup che si occupa della gestione dei prodotti alimentari invenduti. Startup che ora, oltretutto, riceve numerose chiamate da aziende della moda. Secondo la testata francese “avere il minor numero possibile di prodotti invenduti deriva da una migliore gestione, a monte, della produzione”. I problemi però sono differenti, va da sé, se si parla di una maison del lusso o di una di fast fashion. (mv)

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