La solidarietà della concia italiana alla prova della pandemia

La solidarietà della concia italiana alla prova della pandemia

È una storia longeva, quella della solidarietà della concia italiana. Ma che nell’ultimo anno ha affrontato una nuova sfida: è stata messa alla prova dalla pandemia. “Sono un volontario da sempre. Ho iniziato da adolescente – è la testimonianza, ad esempio, di Paolo De Marzi, fondatore di Euroconciaria (Arzignano) –. Quando è arrivato il virus mi sono dovuto fermare, fisicamente, ma ho continuato tramite internet perché c’erano da organizzare un sacco di cose per la ripartenza”. In maniera simile a Santa Croce sull’Arno c’era chi si rimboccava le maniche. Da marzo 2020 a maggio 2021, la confraternita Misericordia ha reso possibili più di mille trasporti sanitari ordinari e 650 di emergenza, otto viaggi di ritiro mascherine per conto del Comune, insieme a 119 servizi di spesa al supermercato per famiglie positive al virus.

La solidarietà della concia

Di queste e altre storie di solidarietà della filiera italiana della pelle, si è parlato presso lo Spazio Lineapelle  (Milano) presentando “#Iosiamo – Storie di volontari che hanno cambiato l’Italia (prima, durante e dopo la pandemia)”, volume (ed.  San Paolo) nel quale Tiziana Di Masi e Andrea Guolo hanno raccolto 12 storie di volontari da tutto il Paese. “Gran parte delle nostre imprese sono familiari, con forti radici nel territorio – racconta Fulvia Bacchi direttore di UNIC – Concerie Italiane –. Durante la pandemia c’è stato un grande impegno a favore degli ospedali e dei comuni. Ma osserviamo da sempre una sensibilità di ampio respiro su questi temi. Ci sono tanti esempi diversi, come quello di DMD Solofra, che con la Fondazione De Maio De Chiara si impegna nel sociale con iniziative di tipo culturale”.

 

 

Le (tante) voci

“Agli inizi della pandemia, quando la situazione era molto complessa, abbiamo fornito mascherine alle ASL toscane”, racconta in videocollegamento Samuele Seli (Consorzio Cuoio di Toscana). Ma la concia italiana coltiva la solidarietà da sempre, non solo da quando si è presentato il Coronavirus. Lo stesso Seli può citare la collaborazione del consorzio toscano con La Casa della Donna di Pisa: “Ci siamo resi conto che certe associazioni, che dovrebbero essere sostenute dagli enti pubblici, sono in sofferenza – conclude –. Il nostro aiuto, dunque, non si limita solo alla promozione o a progetti specifici, ma spesso anche ad affrontare le spese basilari”.

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