La scoperta drammatica sarebbe stata osservarvi rispondere alla nostra ultima domanda di copertina che se un’auto è ibrida/elettrica allora non deve avere gli interni in pelle. Appurato, per fortuna, che ancora esistono certezze, Ora c’è da capire come reagire al marketing veg. Che si fa assordante
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Nella fashion industry non è più possibile parlare schiettamente di argomenti come i materiali animali: lo dimostra l’intervento di Carlo Mazzi (Prada) all’ultimo Luxury Summit. mentre Angelo Cruciani (fondatore di Yezael) auspica il pluralismo. E lo fa da vegetariano
Dalla tragedia del Rana Plaza sono passati 6 anni. I ricercatori dell’Università di Sheffield si chiedono che cosa abbiano fatto le corporation della moda per mettere in sicurezza le proprie supply chain
Tre calzaturifici, una visione di crescita. New Footwears, Freres ed Esteban sanno di che cosa hanno bisogno per posizionarsi più in alto e aumentare gli standard. A cominciare dal network
La scarpa del tacco d’Italia si confronta con la sua evoluzione, investe in innovazione e cerca di trovare il giusto equilibrio tra una necessaria impronta industriale e un’anima artigianale «che farà sempre la differenza»
Caso che tanto strano non è. Semmai, è sintomatico di un certo vezzo mediatico. Quello, quando si parla di pelle, di andare in cerca della novità (forzatamente green) a tutti i costi. Così definendola anche quando non lo è
UE e Mercosur a fine giugno siglano una partnership commerciale che propone di rimuovere i dazi sull’import di calzature in pelle e le barriere all’export della materia prima conciaria in Sud America
Quanto se ne produce e dove. Con quali trend di mercato e di gusto. Viaggio intorno al mondo dell’imbottito in collaborazione con CSIL
La Belt and Road Initiative lascia perplessi. Non intimoriti, non rabbiosamente contrari, solo realisticamente diffidenti. Il vostro feedback alla domanda di copertina dello scorso numero rivela che nella maggior vicinanza di Pechino si nascondono (ancora) parecchie insidie
Lo chiamano “second hand”, ma corre più del “nuovo”. I siti di compravendita di accessori di lusso si moltiplicano e non è detto che per le griffe sia una cattiva notizia. Perché?
Una griffe che «possiede ancora molto potenziale da spendere in termini di offerta» e che, dal prossimo inverno, dovrebbe mostrare i primi risultati del suo rilancio. Bottega Veneta nell’analisi di Flavio Cereda (Jefferies) e Mario Ortelli (Ortelli&Co)
La concia di Amman ha un grande potenziale: la disponibilità di materia prima. Il settore è vivace e brama novità. Ma perché lo possa sfruttare appieno, ha ancora molta strada da compiere
La Giordania è un partner interessante per l’interscambio e per gli investimenti, assicurano i corpi diplomatici. Anche per il suo valore di hub regionale
Il rapporto ambivalente con Israele: ottimo per gli affari, ma limitante per la burocrazia. La concorrenza turca e quella cinese. Di cosa ha bisogno la filiera palestinese. E di cosa farebbe a meno
Fermi tutti, forse è meglio che ci ripensiamo. L’Africa, in questo senso, è una terra esemplare, soprattutto quando si parla di protezionismo. E lo è oggi più che mai, visto che sul tema dei muri commerciali che si alzano in mezzo mondo, alcune esperienze africane pare siano entrate in una fase di revisionismo obbligato
Si chiama Mr Wang ed è il “consumatore medio” di Pechino. È piuttosto giovane, ha un reddito familiare crescente e, entro il 2025, farà parte di un gruppo sociale di 350 milioni di persone che acquisterà il 40% di tutto il lusso venduto nel mondo
O, perlomeno, che si trovi la maniera di proteggerlo, rivalutarlo, fargli ritrovare una maggior dinamicità. Il vostro feedback alla domanda di copertina del nostro ultimo numero non lascia dubbi: il lusso non può bastare per tutta la filiera
«La pelle torna a vestire la casa con la propria personalità». E lo fa in modo diverso, nuovo, forse più complicato, ma in grado di comunicarla al grande pubblico con una rinnovata adattabilità e una flessibile modernità. La conferma arriva dall’ultimo, oceanico Salone / Fuorisalone del mobile
La due giorni (4/5 aprile 2019), coincisa a Napoli con il sesto World Footwear Congress (organizzato da CEC, Conféderation Européenne de l’Industrie de la Chaussure) mette sotto i riflettori il presente dell’industria calzaturiera. Un presente che deve rispettare una serie di “must”, altrimenti la maggior parte dei suoi player possono fare a meno di pensare al loro eventuale futuro.