Il 20% delle pelli respinte e un nuovo fornitore in Cina da cercare: tutti i buchi di GST

Per spiegare come sia finita schiacciata da quasi 200 milioni di dollari di debiti, GST Autoleather si è appellata al mercato in rallentamento e all’impatto di servizi come Uber. Dalla rassegna stampa statunitense, però, emergono nuovi dettagli sulle ragioni che hanno portato il gruppo USA della pelle a un soffio dal fallimento. “Margini assottigliatisi e diversi passi falsi”, dice un quotidiano di Detroit. In particolare, sarebbero due gli ostacoli in cui GST è inciampata. Tra l’aprile 2016 e l’estate 2017 si sarebbe visto respingere da un produttore europeo il 20% dei materiali: uno dei suoi fornitori non ha superato i processi di verifica del cliente. Danno complessivo: 8 milioni di dollari. Ancora peggio è andata quando, ancora sul finire del 2015, una conceria cinese ha cominciato a chiedere prezzi più alti di quelli pattuiti. La ricerca di un nuovo fornitore e i lavori per uno stabilimento proprietario nella Repubblica Popolare sono costati a GST un esborso extra di 24 milioni di dollari. Intanto una ricerca realizzata da Markets and Markets sostiene che entro il 2021 l’intero indotto dei materiali per interni auto, crescendo a un tasso annuo dell’11,8%, raggiungerà il valore di 98,7 miliardi di dollari.

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