Il vanto del CEO di Golden Goose: “La sneaker fatta bene dura”

Il vanto del CEO di Golden Goose: “La sneaker fatta bene dura”

La sneaker fatta bene non muore mai. Lo sa bene Silvio Campara, CEO di Golden Goose, il brand nato nel 2000 in Veneto che dell’aspetto vissuto più che vintage ha fatto il suo marchio di fabbrica. Il marchio utilizza materiali di altissima qualità, come previsto nell’alto di gamma. E realizza la calzatura completamente a mano, con 4 ore di lavoro (rispetto ai 40 minuti sulla catena di montaggio). Il miglioramento continuo dei processi in casa Golden Goose, dove il 70% dei dipendenti è under 32, ha visto la realizzazione in questi giorni a Milano di un nuovo concept, l’apertura del Forward Store.

La sneaker fatta bene

“Al concetto di sostenibilità preferisco quello di responsabilità – racconta Silvio Campara a La Repubblica –. Conta l’atteggiamento. Nel nostro mondo si usa ancora il 99% di pelle bovina e ovina. Noi usiamo processi di concia naturali costosissimi. E ci prendiamo cura del prodotto che verrebbe buttato via. Oggi per strada quasi tutti calzano sneakers: chi le rimette a posto quando si usurano? Nessuno ci aveva mai messo la testa, lo abbiamo fatto noi rendendo il servizio economicamente scalabile. Non sistemiamo solo Golden, ma anche Nike, Adidas o Gucci. Lo facciamo anche per il ready to wear”.

 

 

Forward Store

Ci sono una sarta e un calzolaio, che riparano abbigliamento e calzature direttamente in negozio. E c’è la possibilità di personalizzare i propri capi, con i desiderata più diversi.  Oltre al repair e al remake non può mancare per Golden Goose il resell, con la boutique perno fisico di questa dinamica della vendita dell’usato ormai imprescindibile per il mondo del lusso. In boutique anche due ceste per il riciclo dei capi che i clienti non vogliono più. Il Forward Store di Golden Goose entro il 2022 arriverà a New York e Dubai, e a seguire a Los Angeles, Tokyo, Seul, Shanghai. Pensato come un servizio votato alla sostenibilità del lusso e che ridà valore all’artigianalità di sarte e calzolai, è diventato un business per Golden Goose. “A Milano il primo giorno sono venuti 38 clienti – ricorda Campara-. Uno di loro ne ha 69 paia che sta portando ad accomodare a cicli di tre, spendendo 510 euro ogni volta”. E poi naturalmente c’è chi tra una messa a punto e una personalizzazione incrementa la collezione di sneakers Golden Goose, acquistandone di nuove. (aa)

Immagine dai social

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