Tra certezze e indiscrezioni, Birkenstock continua a fare notizia

Tra certezze e indiscrezioni, Birkenstock continua a fare notizia

Birkenstock, due certezze e un’indiscrezione. Prima certezza: L Catterton ha finalizzato l’acquisizione dell’iconico marchio tedesco di sandali dopo il via libera arrivato dell’antitrust UE. Seconda: il brand tedesco ha deciso di investire altri 1,8 milioni di euro nello stabilimento di Bernstadt. Ed ecco l’indiscrezione: Birkenstock avrebbe accolto nel suo supervisory board Alexandre Arnault, secondogenito di Bernard Arnault e  attuale vicepresidente esecutivo, prodotto e comunicazione di Tiffany. Tra certezze e indiscrezioni, dunque, Birkenstock continua a fare notizia.

Tra certezze e indiscrezioni

Secondo fonti di mercato riprese da WWD, Alexandre Arnault sarebbe stato fondamentale nel processo di acquisizione del marchio tedesco da parte di L Catterton e Financière Agache, holding finanziaria della famiglia Arnault. Ora, secondo addetti ai lavori e analisti, Birkenstock potrebbe avviare strategie di sviluppo simili a quelle di Rimowa, altro marchio nella scuderia LVMH e guidato in passato dal giovane Arnault. Prime fra tutte: l’aumento delle collaborazioni con designer e stilisti e l’apertura di nuovi negozi.

Investimenti a pioggia

Per il momento, però, Birkenstock non sembra avere urgente bisogno di strategie di sviluppo. Infatti, la sua produzione viaggia ai massimi storici. Non a caso, ha incrementato la capacità produttiva della fabbrica di Bernstadt a inizio dell’anno, investendo 1 milione di euro per una nuova linea di produzione di sandali in pelle. E non si è fermata, visto che ha stanziato ulteriori 1,8 milioni per rinnovare i locali comuni dei circa 800 dipendenti e realizzare uffici più moderni. Il tutto, in diretta contiguità con il nuovo laboratorio chimico centrale costato 4 milioni di euro, entrato in funzione nel febbraio 2020. A Bernstadt, in Sassonia, Birkenstock produce tomaie e fibbie. È il cuore della produzione dell’azienda tedesca che, ricordiamo, prevede l’utilizzo di pellame italiano. Attualmente il sito produttivo (che dal 2015 ha triplicato il numero dei suoi addetti) sforna oltre 100.000 paia di tomaie al giorno, un volume mai raggiunto nella sua storia. (mv)

Immagine tratta da birkenstock-group.com

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