Al Micam c’è chi domina il mercato e chi sgomita per avere spazio

Al Micam c’è chi domina il mercato e chi sgomita per avere spazio

Al penultimo giorno di Micam si riconosce innanzitutto la coppia che domina il mercato: sneaker e marchi. A livello di stile, per l’Uomo l’alternativa alla scarpa sportiva è il mocassino, mentre per la donna sono i sandali in pelle a punta quadrata. I tacchi in genere si sono abbassati, poiché prevalgono il comfort e l’articolo basico. La novità è l’intrecciato, che non è più minuscolo e sottile. Naturalmente pesa la congiuntura di mercato: le imprese hanno meno budget per ricerca e sviluppo e, quindi, per molti, la collezione è meno ampia del solito.

Chi domina il mercato

Da una parte, dunque, c’è chi riesce a tenere botta nel frangente di difficoltà. Ma si conferma la difficoltà delle imprese italiane con un marchio (non famoso) proprio. E cresce sempre di più l’esigenza di lavorare conto terzi per far quadrare i conti a fine anno. Le risorse per resistere a questo scenario sono più limitate per le piccole e medie aziende italiane rispetto ai grandi brand e ai grandi gruppi. “La crisi della Russia, la situazione generale del mercato, il lockdown: l’azienda deve resistere in attesa di un futuro più roseo – osserva Enrico Barbato di Accademia –. C’è il timore che le vendite del marchio di proprietà possano non essere sufficienti per superare questo periodo, di cui non sappiamo neanche la durata. Per questo abbiamo cercato di ampliare la produzione per le griffe. Fortunatamente eravamo strutturati ed avevamo le competenze per fare questa operazione e per gestirla al meglio”.

 

 

I motivi di fiducia

Rodolfo Zengarini è fiducioso nel rilancio della griffe Roberto Cavalli, di cui è licenziatario per le calzature: “Ci attendiamo un piano di rilancio importante. Sono stato rassicurato dalla nuova proprietà che ho già incontrato. Ci attende una stagione estiva 2021 durissima, più di quella invernale che è ora nei negozi. Il digitale? Per raggiungere alcuni mercati è obbligatorio, ma non può sostituire completamente la presenza fisica. Può arrivare alla metà delle vendite”. Zengarini affronta alcune questioni di attualità: “Ci chiedono di innovare? In questo momento è impossibile a livello finanziario a meno che non arrivano risorse a fondo perduto. Il Governo avrebbe dovuto riconoscere fondi ai negozianti per poter ridare liquidità a tutta la filiera”. (mv)

 

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