Hermès, la big che sa fare a meno dello stilista superstar

Hermès, la big che sa fare a meno dello stilista superstar

Hermès non ha bisogno dello stilista superstar, del direttore creativo, cioè, che fa notizia da solo. Non lo ha mai avuto e non lo cerca neanche ora, quando Louis Vuitton ha affidato la linea Uomo a una popstar (Pharrell Williams) e Gucci prova a liberarsi dell’ombra di Alessandro Michele. Anche per questo Hermès è diversa dagli altri big del lusso. Ha una piramide creativa: sulla sommità c’è il direttore artistico, al di sotto i 16 direttori creativi. Uno per ogni categoria di prodotto, pochissimi conosciuti dal grande pubblico. Ognuno di loro, a sua volta, guida un proprio team di stilisti. “Hermès è come un’artista che firma il suo quadro. Dunque, o sei Hermès o non lo sei. Non esiste una seconda o terza linea, o la linea per i bambini”, diceva Francesca di Carrobio, CEO Hermès Italia, durante il Milano Fashion Global Summit.

Altro che stilista superstar: la piramide creativa

“Vince il collettivo. Non si decide niente da soli”. È di Carrobio a spiegare la strategia di Hermès fin dalla sua fondazione. Si basa su un solo unico marchio, che è superiore alle persone che ci lavorano. E, secondo la CEO di Hermès Italia, lo stile ci guadagna. La creatività è il secondo pilastro della griffe, insieme alla qualità (senza compromessi) dei suoi prodotti, che rendono così esclusiva la griffe francese. Pierre-Alexis Dumas, sesta generazione Dumas, è il direttore creativo della maison. “Si definisce esperto della cultura Hermès” afferma di Carrobio al Corriere della Sera. Nella scala gerarchica Dumas ha sotto di lui 16 direttori creativi. Uno per la pelletteria, uno per le calzature, uno per gli orologi, e così via. A loro volta, i 16 direttori creativi guidano un team formato da tantissimi creativi. “Abbiamo 15.000 nuove referenze ogni sei mesi” afferma la CEO di Hermès Italia.

 

 

A caccia di giovani

Anche Hermès fa fatica nel ricambio generazionale? La risposta è sì. A livello produttivo, la griffe assume circa 500 artigiani all’anno. “Per quanto riguarda il retail, mancano soprattutto i manager – afferma di Carrobio –. Stiamo lavorando con le università e faremo anche conferenze per trasmettere il valore di un lavoro riconosciuto e ben pagato. Investiamo tantissimo in formazione. Abbiamo accademie specializzate con esperti di abbigliamento, gioielleria. Sono lavori professionali con un grandissimo mercato. Abbiamo diverse posizioni aperte, molte sono nel retail”. (mv)

Foto da Hermès

 

 

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