Il Bertelli emergente (Lorenzo) spiega la blockchain per Prada

Il Bertelli emergente (Lorenzo) spiega la blockchain per Prada

Nel gruppo Prada c’è un Bertelli emergente. È Lorenzo, 33 anni, che il prossimo 27 maggio entrerà a far parte del Cda dell’azienda di famiglia. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile del marketing e della sostenibilità di Prada e ha seguito per la griffe la genesi di Aura, il consorzio per la blockchain del lusso. Lorenzo crede che con i giovani alla guida del lusso ci sarà meno guerra e più collaborazione.

Il Bertelli emergente

Lorenzo Bertelli, primogenito di Patrizio e Miuccia Prada, è entrato ufficialmente nell’organigramma di Prada nel 2017. A fine maggio farà il suo ingresso nel board. La Repubblica riporta anche di un patto di famiglia concordato e siglato per garantire il passaggio generazionale anche a livello patrimoniale. “Con il patto di famiglia – scrive Repubblica – un imprenditore può gestire opportunamente il passaggio generazionale della propria azienda”. Come? “Trasferendo a uno o più discendenti le quote di partecipazione al capitale della società, garantendone la continuità. Ed è anche uno strumento utile per evitare contestazioni in sede di eredità”. Oltre a Lorenzo, l’altro protagonista del patto è il fratello Giulio, 31 anni.

Il consorzio Aura

Per Lorenzo Bertelli (nella foro), dietro al nuovo strumento di blockchain Aura, c’è di più. “È una collaborazione tra player del lusso. Non necessariamente si deve essere sempre in competizione. Mi piacerebbe, invece, che si andasse verso una vera collaborazione. È una speranza” ha detto a L’Economia del Corriere della Sera. Bertelli ha ricordato la genesi del progetto: “Due anni fa è arrivato un invito di LVMH. All’inizio eravamo molti più dei tre che hanno fondato il consorzio”. Poi accenna ad un colloquio intavolato con la Camera Nazionale della Moda “per valutare di estendere la collaborazione”. Nella stessa intervista il giovane manager sottolinea un aspetto molto importante del settore lusso: “Sta cambiando la mentalità dei gruppi, c’è una maggior apertura. Conosco un po’ tutte le seconde generazioni e penso che, sì, siamo più aperti a collaborare più che a farci la guerra, questo forse è un trend”. (mv)

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