I’m not a designer: Abloh, l’uomo che ha rivoluzionato il lusso

not a designer: Abloh, l’uomo che ha rivoluzionato il lusso

I’m not a designer. Così Virgil Abloh rispondeva ai suoi (iniziali) detrattori. Una definizione di sé (quasi) provocatoria e destinata a chi sottolineava come il suo percorso formativo non fosse in linea con i suoi incarichi e i suoi successi nel fashion system. Ma, anche, uno slogan che raccontava al mondo come la sua creatività e il suo approccio non potessero essere racchiusi in una definizione “per tradizionalisti”. Lui, quindi, preferiva l’acronimo TBD, “To Be Defined”, perfetto nel tracciare la sua carriera da DJ a direttore del menswear di Louis Vuitton. Una parabola che ieri, a soli 41 anni, si è interrotta.

I’m not a designer

L’idea disruptive di Abloh, in sintesi, è stata questa: mixare lo streetwear USA con la moda europea. E viceversa. “I Levi’s vintage sono importanti tanto quanto una borsa Hermès e oggi si uniscono nello stesso outfit” diceva. Con (spiazzante) verità in tasca, Abloh muove i primi passi nel fashion system nel 2009, quando lui e Kanye West svolgono uno stage di 6 mesi da Fendi per 500 dollari al mese. “Amerò per sempre i nostri giorni romani” ha scritto ieri Silvia Venturini Fendi sul suo profilo Instagram.

Off-White e “l’approccio del 3%”

Nel 2012 Abloh fonda Pyrex Vision, che chiude l’anno dopo. Il progetto successivo fa centro. È Off-White, che basa il suo successo sull’unione strategica tra la sensibilità stilistica dello streetwear a stelle e strisce e la qualità della manifattura italiana”. Non solo. Off-White diventa per Abloh la palestra ideale per sperimentare senza sosta quello che definisce “l’approccio del 3%“. In altre parole, è sufficiente modificare il 3% del prodotto per farlo sembrare allo stesso tempo familiare e completamente nuovo.

 

 

La consacrazione di Vuitton

Per lo stilista che, scrive Business of Fashion, è “quasi come se avesse creato la sua lingua, il suo vocabolario” la consacrazione arriva a marzo 2018. Louis Vuitton lo nomina direttore creativo del menswear. “Puoi farlo anche tu” scrive il designer su Instagram subito dopo. “Virgil non era solo un geniale designer, un visionario: era anche un uomo con un’anima bella e una grande saggezza” ha ricordato ieri Bernard Arnault sui profili social di LVMH.

La malattia

Nel 2019 scopre di essere affetto da un angiosarcoma cardiaco. Si prende una pausa e affronta la malattia in silenzio. Riparte. L’anno dopo afferma che “lo streetwear è morto”. Poi chiarisce: “Intendevo dire che nuove cose come la moda (proveniente) da ragazzi come Nigo e me nasceranno dalla rigenerazione dello streetwear“. Nel luglio scorso, con un accordo, LVMH dà carta bianca a Abloh, garantendogli la possibilità di lanciare marchi e siglare partnership con tutti i marchi della galassia LVMH. Ieri, però, quella carta è diventata nera. Per sempre. (mv)

Immagini tratte da Instagram

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