Le griffe nominano manager per andare alla conquista della Cina

Le griffe nominano manager per andare alla conquista della Cina

Le griffe del lusso nominano manager capaci di guidarle alla conquista della Cina. Per esempio: Balmain, Gucci e Valentino. Sono loro gli ultimi esempi di questo giro di poltrone, a cui si è unita anche Adidas, finalizzato alla nomina di figure di alto profilo a cui affidare la responsabilità del mercato cinese. Un mercato che, da solo, determinerà il successo o meno di un marchio a livello globale e il suo bilancio, vista la crescente importanza del mercato della Grande Muraglia. Ma, proprio in Cina, c’è anche chi fa un passo indietro. È Richard Liu, fondatore e CEO di JD.com, che si è dimesso.

Alla conquista della Cina

Come sottolinea MF Fashion, le ultime nomine di Gucci e Valentino succedono a quella di Balmain che ha incaricato Lily Liu, ex Versace, di presiedere il mercato Greater China. Nel mese scorso, invece, è stata la volta di Adidas. Messa alle strette dal cosiddetto “consumo nazionalista” cinese, il marchio tedesco ha visto scivolare le vendite a Pechino. Per rimettere in equilibrio la situazione, ha rimosso Jason Thomas sostituendolo con Adrian Siu, in precedenza responsabile della filiale di Hong Kong di Adidas.

 

 

Gucci e Valentino

Il dirigente di Tiffany & Co, Laurent Cathala, guiderà, invece, il business di Gucci in Cina. Cathala sarà operativo nel nuovo incarico a fine giugno, facendo base a Shanghai. Anche Valentino ha rinnovato il parco dirigenziale nominando Janice Lam CEO per la Greater China. Ex dirigente di Prada e Dunhill, Lam riporterà direttamente al CEO della griffe Jacopo Venturini.

Le dimissioni di Liu

Nel frattempo, mentre le griffe occidentali pianificano nuove strategie per andare alla conquista della Cina, da Pechino arriva la notizia di un addio piuttosto “pesante”. Richard Liu, fondatore del gigante cinese dell’e-commerce JD.com, si è dimesso dalla carica di CEO del suo impero da 92 miliardi di dollari. Resterà come presidente. Liu si è unito all’elenco dei magnati della tecnologia che hanno abbandonato i ruoli dirigenziali dopo la vasta campagna “antiweb” avviata dal governo di Pechino. (mv)

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