Materia prima: Marfrig punta alla massima tracciabilità di filiera

Materia prima: Marfrig punta alla massima tracciabilità di filiera

La carne di Marfrig punta alla massima tracciabilità. E, di conseguenza, dimostra di non alimentare la deforestazione. Il colosso sudamericano della carne starebbe lavorando per mettere a punto un piano di massima tracciabilità del bestiame. Obiettivo: contribuire alla salvaguardia dell’Amazzonia ed evitare il boicottaggio dei propri prodotti da parte degli attivisti schierati in sua difesa.

Massima tracciabilità

Il piano di massima tracciabilità, come sostiene folha.uol.com.br, dovrebbe essere presentato giovedì 23 luglio 2020. Il progetto comunicherà che i prodotti marchiati Marfrig provengono solamente da fornitori certificati la cui attività non ha minimamente intaccato l’ambiente. In particolare, quello amazzonico. Tra il 25 e il 40% della carne prodotta in Brasile viene inviata in Europa. Secondo alcune indagini questo mercato è molto più attento di altri circa la provenienza degli alimenti. In altre parole, la trasparenza è uno dei requisiti che spinge i consumatori europei a scegliere un prodotto.

 

 

I primi passi

Il piano è stato in qualche modo anticipato nei giorni scorsi dalla partecipazione di Marfrig a un’altra iniziativa. La società si è unita ad altre 37 aziende per promuovere lo sviluppo sostenibile. Nel documento intitolato “Comunicado do Setor Empresarial“, il colosso della carne si rende disponibile di fronte al Consiglio dell’Amazzonia. Si tratta di un organo del governo federale che lavora per sviluppare soluzioni relative alla lotta alla deforestazione illegale in Amazzonia e in altri biomi brasiliani. Ma anche, a favore dell’inclusione economica e sociale delle comunità locali. Obiettivi: garantire la conservazione delle foreste, la riduzione dell’impatto ambientale nell’uso delle risorse naturali, la valorizzazione e la tutela della biodiversità come parte della strategia aziendale. Infine, finanziare lo sviluppo di un’economia circolare a basse emissioni di carbonio, incentivando la ripresa economica post-pandemia.

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