Più prodotti e made in Italy: le idee di Giglio per Brooks Brothers

Più prodotti e made in Italy: le idee di Giglio per Brooks Brothers

Adesso si fa sul serio: dopo l’offerta da 305 milioni di dollari di Sparc, si entra nel rush che entro la metà del mese di agosto aggiudicherà il marchio a una nuova proprietà. Le idee di Giglio per Brooks Brothers, intanto, sono pronte. Il manager, fondatore di Giglio Group, fa parte della cordata italiana in corsa per il marchio USA. Si fa forte della sua esperienza nell’e-commerce e in quella dei suoi soci nel fashion system: “Rispetto ai nostri competitor americani, tutti fondi di investimento – afferma a L’Economia, inserto del Corriere della Sera –, il nostro è un approccio industriale”.

Le idee di Giglio per Brooks Brothers

Per Alessandro Giglio (a destra, nella foto tratta da giglio.org) dunque, il primo fronte di intervento è quello della distribuzione, dove prevede il taglio del fisico a favore del digitale. “Quando un gruppo come Zara, che certamente ha al proprio interno chi monitora queste situazioni, chiude in un colpo solo 1.400 negozi, beh, qualcosa vorrà dire”. Brooks Brothers “si inserisce a pieno titolo in questo scenario, un marchio con 200 anni di storia”, spiega, “con la palla al piede del retail, come tutte le aziende fashion e non solo del fashion”. È un cambio di paradigma generale: “La moda è stato il primo settore a subire l’impatto così forte del digitale – continua –, ma a seguire verranno l’elettronica, l’alimentare e in generale tutto il retail che appesantisce i modelli di business. Metteremo a disposizione del marchio tutte le nostre competenze”.

Il made in Italy

Giglio, dicevamo, vanta per la cordata italiana un approccio industriale. Quindi innanzitutto rassicura sul destino delle tre fabbriche statunitensi a rischio chiusura: “Confermo che le terremo aperte e che, grazie all’ampliamento della gamma e all’espansione del fatturato, soprattutto in Asia, pensiamo di portare produzioni anche in Italia”. Un impegno non da poco. Come conta di aumentare il fatturato? “Il nostro piano prevede che lo sviluppo dell’online avrà un’impennata straordinaria – risponde –: al quinto anno prevediamo nel settore specifico, solo in Far East, di generare il 51% del turnover online globale”.

 

La cordata

A promuovere la cordata e a coinvolgermi è stato Luciano Donatelli, che coordinerà tutto il progetto se riusciremo nel nostro intento – conclude Giglio –. Siamo cinque soggetti che operano in settori diversi. Oltre a noi il gruppo Versoletto, Brando Crespi, oltre a un famoso marchio comasco di cui non sono autorizzato a fare il nome, oltre alla giurista d’impresa Lorenza Morello che rappresenta alcuni partner cinesi. La nostra idea è che unendo i know how possiamo essere vincenti”. E adesso che Sparc ha fatto la prima offerta, la cordata come intende rispondere? “Aspettavamo il primo passo di qualcuno. Lavoriamo sereni. I tempi sono stretti”.

Nella foto, a sinistra, un bomber in pelle griffato Brooks Brothers (immagine tratta da brooksbrothers.com)

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