Canada, la pelliccia in crisi vede la luce in fondo al tunnel

Canada, la pelliccia in crisi vede la luce in fondo al tunnel

Se dicono no i designer, se si tirano indietro i brand, l’onda risale la filiera e arriva a colpire allevatori e raccoglitori. Ne sanno qualcosa in Canada, dove la pelliccia in crisi si dota di strumenti di tutela e confida (almeno) nella luce in fondo al tunnel. Il momento è turbolento, ma c’è fiducia che, quando si sarà ristabilita la calma, “prevarranno le menti lucide”.

La pelliccia in crisi
Se ne dice certo Francois Roussow con NNSL Media. Roussow è esponente dell’amministrazione della provincia canadese dei Territori del Nord Ovest. Qui hanno appena approvato un programma a sostegno dei cacciatori di pellicce che permetterà loro un più semplice accesso al mercato. Al contempo, il programma li tutela dalle stesse montagne russe del mercato. “Per questo è una misura valida – commenta Roussow –: quando tutti vendono bene, i cacciatori avranno la propria ricompensa. Nelle annate storte, saranno tutelati”.

Il mercato
La pelliccia canadese soffre le obiezioni “etiche” (sic!) di certe griffe, oltre che le misure approvate (California) o in discussione (New York) nei vicini Stati Uniti. Ma non solo. Dal pezzo NNSL Media si apprende che anche la Cina, che da sola acquista l’80% delle pelli con pelo del Canada, è in rallentamento. Vanno male anche le vendite verso la Russia, la cui economia è in sofferenza.

Trasformazioni
“Sappiamo che l’anno scorso le attività di North American Fur Auctions sono state difficili”, riconosce Roussow. E il dato non è banale. NAFA è una società canadese che organizza a Toronto tre o quattro aste l’anno utili per i mercati di Canada e Stati Uniti. Secondo NNSL Media, NAFA negli ultimi anni si è dovuta fare in più occasioni creditrice degli allevamenti degli animali da pelliccia, in difficoltà finanziarie. Secondo il media nordamericano, proprio le difficoltà degli allevamenti potrebbero spostare gli acquisti verso le pellicce degli animali cacciati in natura.

Foto da Facebook

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