“La sostenibilità va definita per legge, a Roma e a Bruxelles”

“La sostenibilità va definita per legge, a Roma e a Bruxelles”

“Una partita” da giocare a Roma e a Bruxelles, cioè in sede di legislazione nazionale e comunitaria. Ercole Botto Poala (nella foto, da Imagoeconomica) intervenendo alla Camera in X Commissione (attività produttive, commercio e turismo) ha ribadito che tra le urgenze del fashion system c’è la definizione in sede normativa della parola sostenibilità. Perché finora, sostiene il presidente di Confindustria Moda, nessuno ne ha saputo offrire una univoca. E questo, come raccontiamo anche dalle pagine de La Conceria n. 3 – 2023 “Misurazione”, porta confusione sul mercato, dove ogni brand seguirà obiettivi propri. Nonché a disparità di Paesi, perché quelli di consumo (come quelli del Nord Europa) si daranno priorità diverse rispetto a quelli manifatturieri (come l’Italia).

“A Roma e a Bruxelles”

“È una partita che stiamo giocando in Italia come a Bruxelles – sono le parole di Botto Poala riprese da Milano Finanza –. Senza regole ogni brand affronta la sostenibilità a modo suo, come meglio crede, portando inevitabilmente a un costo eccessivo per il settore”. Il presidente di Confindustria Moda invoca anche misure che armonizzino le posizioni dei Paesi di Nord e Sud Europa. “Dobbiamo capire cosa è davvero sostenibile e cosa non lo è negli interessi sia dell’Europa manifatturiera, sia del Nord Europa – continua –. Chiediamo una legge uguale per tutti. Se ci sono leggi che ci impongono giustamente di essere sostenibili, devono essere valide anche per chi importa i prodotti extra CEE. Il rischio è quello di giocare due partite diverse. Le politiche di aziende che non rispettano queste leggi mettono a rischio la nostra manifattura”.

 

 

Un tema di attualità

Non si può praticare la sostenibilità se non sulla base di risultati misurabili e certificati. D’altronde, non si possono neanche apportare migliorie al processo e al prodotto se non sulla base dei suddetti dati. Per questo la “Misurazione” è l’architrave su cui si basano tutte le politiche green, che siano di efficientamento, tracciabilità o altro ancora. Facile a dirsi. Un’altra cosa a farsi: perché nelle maglie larghe del sistema si infila chi con gli strumenti del marketing vuole fare green/clear washing. È l’argomento del numero 3 – 2023 del nostro mensile, dove ne parliamo con imprenditori e centri di analisi di tutta la filiera del prodotto in pelle.

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