L’etica di Fendi è chiara e tonda: libera pelle in libera moda

L'etica di Fendi è chiara e tonda: libera pelle in libera moda

Il commento di Serge Brunschwig sul rapporto tra moda e materiali animali si può parafrasare così: libera pelle in libera moda. Il CEO e presidente di Fendi, parlando con il quotidiano spagnolo Expansión, innanzitutto conferma l’impegno della maison del gruppo LVMH sui temi della sostenibilità e della trasparenza di filiera. Ma poi chiede che si riconosca l’autonomia di griffe e consumatori nel compiere la scelta che preferiscono. A chi si rivolge? Il convitato di pietra della riflessione, ça va sans dire, è l’opposizione vegana.

Libera pelle

La nostra missione è la distribuzione etica di pelli di qualità ai nostri clienti – dice Brunschwig – che hanno scelto liberamente di indossare la pelle”. Si noti che in spagnolo il termine piel indica anche le pelli con pelo, quindi tanto lo shearling che la pelliccia. Per questo il manager fa un discorso trasversale ai materiali animali, anche quando assicura che Fendi “è impegnata a rispettare la trasparenza, perché oggi è la chiave, giacché i clienti non comprano solo un prodotto, ma un insieme di valore che rappresentano una marca specifica”. Il passaggio interessante, però, è quello relativo al proposito della griffe di “rispettare fermamente la libertà e l’opinione di tutti”. Inclusi, esplichiamo noi, chi i materiali animali li aborrisce. L’augurio, quindi, è ricevere lo stesso rispetto dalla parte avversaria, che invece nega ogni spazio per pelli e pelliccia nella moda.

La qualità ai tempi del coronavirus

Nella sua conversazione con la testata spagnola, Brunschwig non può esulare dall’attualità. Sulle attività del lusso incombe il coronavirus, che influenza le strategie della griffe. “I clienti cercano un prodotto di qualità – spiega –. Vale a dire che vogliono comprare meno, ma meglio”. D’altronde l’alto di gamma è “la combinazione di savoir faire tradizionale e modernità sfrenata – conclude –. È una tradizione artigianale su misura dello spirito dell’epoca, perché la perfezione non emoziona. Quando la società si muove rapidamente, dobbiamo anticiparla”.

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