Miuccia, Giorgio, Brunello, Kim, Marc: le voci della MFW

Miuccia, Giorgio, Brunello, Kim, Marc: le voci della MFW

Da Miuccia Prada a Giorgio Armani, passando per Brunello Cucinelli. Da Kim Jones a Marc Jacobs. La Milano Fashion Week è il pulpito da dove imprenditori e stilisti espongono le proprie idee. Parlando di invasione digitale e rallentamento della moda (che non c’è stato). Non solo. Anche della crescente richiesta di qualità e durabilità dei prodotti da parte dei consumatori. Ecco, in sintesi, cos’hanno detto le voci della MFW.

Le voci della MFW

“Non possiamo risolvere tutto, ma è importante essere proattivi e responsabili” afferma Miucca Prada in chiusura di Prada Intersections, talk virtuale allestito dalla maison subito dopo la sfilata di giovedì 25 febbraio 2021. L’imprenditrice e stilista ritiene che gli sforzi fatti fino ad ora per presentare sfilate digitali non debbano andare persi quando “torneremo alla realtà: sarà interessante fare entrambe le cose“. Oltre a Raf Simons, è intervenuto all’evento anche lo stilista Marc Jacobs, autore di un simpatico siparietto quando è stato chiamato a spiegare cosa significhi, per lui, la Pradaness. “Pradaness is Mrs. Prada”, ha risposto prontamente Marc Jacobs. “No, non ridere signora Prada” ha proseguito e ha paragonato il brand ai “film di Antonioni, Fellini, Visconti”.

L’individualismo di Giorgio

“Ho auspicato un rallentamento della moda, ma non sono stato ascoltato. Non mi pare si stia realizzando per tutti. Remano contro i grandi gruppi per i quali la finanza è tutto” dice Giorgio Armani in una intervista apparsa su MF Fashion. L’imprenditore critica sia “l’eccesso scellerato di spettacolo e di prodotto” sia il Governo che ha mostrato poco interesse per il settore che, dice, ha un futuro incerto. Non solo. Armani respinge l’idea di una quotazione in Borsa e, in relazione alla creazione di un possibile polo italiano del lusso, replica: “L’individualismo è nel nostro DNA: va bene così”.

Kim Jones

Per Kim Jones, all’esordio milanese come stilista delle collezioni Donna di Fendi, “ci siamo resi conto che non abbiamo bisogno di cose scadenti, ma di pezzi fatti bene e che durino. Questo facilita il lavoro di noi stilisti”. Un concetto espresso anche da Brunello Cucinelli: “Nessuno ha più voglia, e tempo, per ciò che è superficiale o “urlato””. (mv)

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